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La storia di Arezzo in pillole. Dalla preistoria ad oggi

Una cittadina strategicamente importante per il commercio tra nord e sud ricca di bellezze artistiche che affondano le radici nel passato

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 Arezzo affonda le sue radici nei tempi dei tempi.  Ha la stessa età di Ninive o di Assur, è più vecchia di Uxmal, Tenochtitlàn o Alessandria d’Egitto e, elemento assolutamente da non trascurare, ha continuato ad essere abitata ed a rivestire una certa importanza dalle origini fino ai nostri giorni.
La lunga e intensa storia di Arezzo è sicuramente legata alla sua collocazione geografica, infatti è un crocevia importante per i commerci verso la pianura Padana, quindi tutto il Nord, e l’Italia peninsulare e anche fra il mar Adriatico ed il Tirreno.
La zona in cui sorge Arezzo conserva ancora significative testimonianze che dimostrano come sia stata abitata fin dalla preistoria.
Arezzo, probabilemente fu fondata dalle antiche popolazioni villanoviane. Poi divenne un'importante città etrusca ed entrò a far parte della “Dodecapoli”, della quale fu una della dodici lucumonie.

 

Arezzo fu un importante centro anche in epoca romana in quanto si trovava in una posizione strategica per difendere Roma dalle incursioni straniere.
Sotto il dominio dei romani, la città conobbe un periodo pdi particolare sviluppo sia nella vita sociale che in ambito culturale. Proprio allora furono costruiti i primi edifici pubblici e cioè l'anfiteatro, il teatro e le terme. Arezzo era anche un centro specializzato nella produzione di ceramiche, si producevano i celebri vasi "aretini" o "corallini", il nome deriva dalla vernice rossa con cui venivano dipinti.
 

Sede vescovile, nell'XI secolo la città venne governata da un vescovo-conte. Finchè al potere vescovile si affiancò quello cittadino. Ad Arezzo si affermò il libero comune e dal 1098 la città cominciò a dotarsi di ordinamenti comunali. La crescita di questo nuovo tipo di amministrazione però scatenò gli interessi delle città vicine, che iniziarono a rivendicare la propria importanza.
Lo scontro con Firenze si consumò nella celebre Battaglia di Campaldino (1289) in cui gli aretini (di parte ghibellina) furono rovinosamente sconfitti dai guelfi fiorentini insieme ai loro alleati senesi.

Agli inizi del trecento, la città passò sotto il governo della signoria dei Tarlati di Pietramala. Dopo un periodo iniziale di ripresa con Guido Tarlati, seguì però un rapido crollo che portò la città ad una lunga e difficile crisi politica.  Ceduta a Firenze per due volte (nel 1337 e nel 1384),Arezzo  perse definitivamente la propria indipendenza.

Al dominio dei Medici, che durò fino al XVI secolo, seguì quello dei Lorena ,che misero in atto importanti riforme e interventi di bonifica del territorio.


Nel 1798 la città fu invasa dai soldati francesi guidati da Napoleone, e seguì le sorti del Granducato di Toscana. Successivamente riconosciuta capoluogo di provincia dal Granduca, entrò a far parte del Regno d'Italia nel 1860. L'autonomia amministrativa, finalmente riconquistata, e e l'apertura della rete ferroviaria che la collegava a Firenze e Roma generano nuovi fermenti. Lo sviluppo continuò tra Ottocento e Novecento, com'è dimostrato anche dalla forte crescita demografica, dal progressivo spostarsi del centro cittadino verso la pianura con la nascita di nuovi quartieri, ma anche da numerose iniziative commerciali ed industriali. 
Un boom economico, sociale e culturale che fu bruscamente interrotto dalla seconda Guerra Mondiale. Nel corso dei bombardamenti vennero distrutti quasi il 60% degli edifici, con danni ingenti anche al patrimonio artistico, che comunque venne recuperato. Gli aretini parteciparono alla lotta partigiana, pagando un pesante tributo di vittime. Numerose le stragi di innocenti, perpetrate dai tedeschi, che si ricordano su tutto il territorio. Al termine del conflitto la ricostruzione ripartì a gran ritmo donando alla città nuovi connotati urbanistici.

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