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“Aretini alla sbarra, delitti, processi e sentenze”, conferenza di Pierluigi Licciardello

Il 15 ottobre all'Auditorium Aldo Ducci

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Prosegue martedì 15 ottobre il ciclo di conferenze “Aretini alla sbarra, delitti, processi e sentenze”, organizzato dalla Società storica aretina, in collaborazione con il Comune di Arezzo, e dedicato questa volta alle epoche medioevale e moderna. Pierluigi Licciardello parlerà del processo ecclesiastico, carico di risvolti politici, intentato contro il vescovo di Arezzo Guido Tarlati da Pietramala (“un vescovo contro il papa”) dal papa Giovanni XXII nel 1324-1325. L’appuntamento è, come di consueto, alle ore 17,30, all’auditorium Aldo Ducci di via Cesalpino.
La figura del vescovo Guido Tarlati, signore di Arezzo dal 1321 al 1327, è nota in ambito nazionale per la sua politica ghibellina, che culminò nel sostegno dato all’imperatore scismatico Ludovico il Bavaro. Il suo appoggio ai rivoltosi delle Marche e dell’Umbria e la conquista di Città di Castello provocarono l’intervento di papa Giovanni XXII, che nel 1324 lo scomunicò e nel 1325 fece intentare contro di lui un processo inquisitorio per eresia, privandolo infine del vescovado aretino e distaccando da questo la diocesi di Cortona. La biografia del Tarlati è segnata in modo decisivo dallo scontro con il papato, che usò tutto il suo potenziale di persuasione e di coercizione per tentare di ridurlo all’obbedienza.
Pierluigi Licciardello, laureato in Lettere, dottore di ricerca in “Agiografia” e in “Storia Medievale”, insegna al Liceo Classico di Arezzo. Ha pubblicato varie monografie e più di sessanta articoli scientifici su argomenti di storia e letteratura medievale (storia di Arezzo e della Toscana, culto dei santi, monachesimo camaldolese). È socio della Società storica aretina, dell’Accademia Petrarca di Arezzo e di altre istituzioni scientifiche nazionali.
Curato da Luca Berti, il ciclo di conferenze della Società storica aretina si propone non soltanto di mettere in luce le significative differenze esistenti fra la giustizia contemporanea e quella dei secoli pre-illuministici, ma anche di portare l’attenzione su processi e situazioni penalmente rilevanti che hanno segnato la storia aretina ed appassionato l’opinione pubblica, anche lontano dalle mura della nostra città.
La conferenza successiva è in programma il 22 ottobre, quando Alarico Barbagli parlerà della detenzione per ben nove anni di un altro Tarlati, Marco figlio di Pier Saccone, nel carcere fiorentino delle Stinche. Come di consueto, gli incontri sono ad ingresso libero, con dibattito finale aperto a tutti.


Nella foto allegata: Formella del cenotafio del Duomo di Arezzo in cui Guido Tarlati nel 1321 viene nominato signore della città.

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