Sabato 18 ottobre alle ore 18:30 il sindaco Gianfranco Valiante e l’assessore alla cultura Emanuela Migliore presenteranno, nella sale delle conferenze del Museo-Frac di Baronissi, la mostra Oscar Staccioli. Tracce di città nella memoria, promossa in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena e con il Comune di Siena, Assessorato alla Cultura. L’iniziativa propone poco meno di cinquanta opere, tra dipinti e disegni, realizzate dall’artista Oscar Staccioli (Siena 1920 – Battipaglia 2002) negli ultimi tre decenni del Ventesimo secolo. Un’esposizione che ha visto un suo primo allestimento nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum, nel 2011,organizzata nell’ambito delle “Journées européennes du patrimoine”. Con la mostra dedicata ad Oscar Staccioli, precisa il sindaco Gianfranco Valiante, «riparte una nuova stagione espositiva del nostro Museo, evidenziando ulteriormente l’interesse che l’Amministrazione rivolge ai linguaggi dell’arte del XX secolo e, soprattutto, di quelli che animano attualità. Il confronto con un artista che traccia nella sua esperienza un viaggio dal cuore di Siena, città del nostro Medioevo a Paestum, l’antica città fondata dai primi coloni greci, segna un momento di crescita e di dibattito con i giovani ai quali si rivolge la nostra attenzione».
La mostra, curata da Massimo Bignardi direttore del Frac, segue lo svolgersi narrativo di temi e modalità linguistiche che hanno sollecitato l’immaginario dell’artista senese, a partire proprio dalla sua città natale e da Paestum, divenute cifre di uno spazio ‘invisibile’. Percorsi, attraversamenti di luoghi della quotidianità e dell’immaginazione che Staccioli ha tradotto nei segni di arcaiche urbanizzazioni, con il linguaggio libero ed immediato dell’informale, seguendo cioè dettati emotivi suggestionati dalla prosa di Italo Calvino, dalle sue città invisibili. «Le opere di Oscar Staccioli proposte in mostra – rileva Bignardi – offrono nuovi margini di riflessione intorno al tema della città, al significato che essa ha assunto negli anni e che l’artista senese ha esibito sia nelle prove pittoriche sia nelle manipolazioni plastiche nelle quali ha saputo trascrivere la narrazione di un viaggio sulle strade interne della memoria. Più che un viaggio nella sua Siena, nei ricordi ad essa legati, quello di Staccioli è stato un ‘camminare’ con il passo del flâneur, cioè, di chi guarda i luoghi, il paesaggio e li fa suoi rispondendo agli interrogativi dettati da motivi ‘diversi e più profondi’. Ragioni dell’esistenza che non gli hanno impedito di portare con sé il sogno del passante, di chi guarda senza memoria, scoprendo di volta in volta, strato dopo strato, la realtà e le impronte che l’hanno costruita. Così è stato anche dinanzi alle architetture, alle pietre delle strade che portavano alla spiaggia, innanzi a quanto gli scavi hanno restituito dell’antica Paestum, la grande città che i coloni greci hanno costruito sulla terraferma italica. Le sue sono planimetrie urbane che si sovrappongono senza disperdere il filo della narrazione, del racconto di una identità, di un pensiero unitario che tiene insieme l’idea di città.
Accompagna la mostra un elegante volume pubblicato dalle Edizioni 10/17, contenete oltre le note introduttive di Marina Cipriani e Mauro Civai, un saggio di Massimo Bignardi, i testi di Ico Gasparri, Luca Mansueto ed Esther Biancotti, un ampio repertorio di illustrazioni ed apparati biografici e bibliografici.
La mostra resterà aperta fino al 9 novembre.