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Testimone di mafia scrive in redazione: "abbandonata dallo Stato"

Tramite l'avvocato lancia l'appello

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 Ha mandato una lunga lettera alle redazioni toscane e, tramite il suo legale Maria Rita Argilia, ha dichiarato di essere stata "abbandonata da quello stesso Stato che si era impegnato a proteggerla e si è invece tirato indietro". Protagonista della storia una donna la cui testimonianza, qualche anno fa, ha permesso di fare arrestare e condannare all’ergastolo ventidue esponenti della mafia siciliana, tutti appartenenti al clan dei Cannata. Quel processo ha segnato un radicale cambiamento nell’esistenza della donna, che è stata costretta a lasciare la propria terra, trasferita insieme alla famiglia prima a Roma in una località protetta e successivamente in un’altra regione, dove ancora vive, ma fuori dal programma di protezione. "Con l’uscita dal programma di protezione - scrive l'avvocato Maria Rita Argilia - la donna, sposata e con quattro figlie, si è ritrovata a dover ricominciare tutto da capo, senza ricevere alcun aiuto nel luogo di residenza e impossibilitata a ritornare al paese d’origine, dove corre ancora il rischio di ritorsioni da parte della mafia. La vicenda - prosegue il legale -  genera rabbia e amarezza nella sua protagonista. La speranza, nel portare a conoscenza dell’opinione pubblica le vicissitudini di questa donna e dei suoi familiari è quella di riuscire a fornire loro un aiuto concreto, oltre a sensibilizzare le istituzioni su una problematica seria come quella della sorte dei testimoni di giustizia".

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