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Le Acli di Arezzo archiviano la sesta festa provinciale

Centinaia di persone hanno affollato il circolo Acli di Ponticino raccogliendo il messaggio di Don Ciotti

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Le Acli di Arezzo archiviano con orgoglio e soddisfazione la sesta festa provinciale. Lo scorso fine settimana, infatti, il circolo Acli di Ponticino è stato affollato da centinaia di persone, associati e non, per partecipare ad un grande festival con tante iniziative all'insegna della solidarietà. Uno dei momenti più attesi e più partecipati della festa è stata ospitato dalla quarta serata di sabato 12 luglio in occasione del dibattito dal titolo "Legalità prima di tutto" che ha avuto due relatori di eccezione come Don Luigi Ciotti (presidente di Libera) e Rosy Bindi (presidente commissione Antimafia). Tra i messaggi lanciati nel corso dell'incontro, spicca quello di Don Ciotti che ha richiamato a costruire il futuro del Paese sulla legalità, uno strumento che passa attraverso quel comune senso di responsabilità indispensabile per raggiungere il bene comune e per consolidare la dignità e l'uguaglianza degli uomini. Particolarmente soddisfatto degli esiti della festa provinciale è il presidente delle Acli di Arezzo Stefano Mannelli che, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell'evento, traccia i futuri impegni della sua associazione. «Desidero esprimere il mio ringraziamento al circolo Acli di Ponticino - avvia Mannelli, - al suo presidente Antonio Paoli, al suo consiglio e a tutti i volontari che hanno reso possibile anche nel 2014 questa iniziativa. Senza il loro silenzioso lavoro, senza il loro disinteressato ma insostituibile supporto, senza la loro capacità e operosità nell'organizzare e adoperarsi nell'ombra, questa festa non sarebbe stata possibile. Da presidente posso dire con senso di responsabilità e di riconoscimento per tutta la nostra base associativa, di essere orgoglioso di rappresentare un'associazione viva e attiva come le Acli provinciali aretine. Questo ci chiama a proseguire oggi ed in futuro quel cammino di lavoro, impegno e rinnovamento indispensabile per continuare ad essere interpreti dei bisogni dei territori e voce libera e trasversale per il raggiungimento del bene comune».

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