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Cgil, Cisl e Uil in piazza San Jacopo contro la legge di stabilità. Forte adesione - FOTO

Con bandiere e striscioni lavoratori e rappresentanti sindacali hanno manifestato il loro dissenso

a cura della Redazione
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Altissima l'adesione stamani in piazza San Jacopo alla manifestazione in occasione dello sciopero unitario indetto contro la legge di stabilità. Cgil, Cisl e Uil si sono infatti uniti per chiedere un cambiamento del provvedimento del Governo. Ritengono infatti che cio' sia possibile partendo "dall'eliminazione degli sprechi e dalla conessione di più risorse ai lavoratori e ai pensionati”. 

Quindi, i sindacati, con la protesta di stamani hanno voluto avanzare la proposta di aumentare le detrazioni sia per i lavoratori dipendenti che per i pensionati; di rafforzare e rendere strutturale la detassazione del salario di produttività ed estenderla ai lavoratori del settore pubblico; di correggere gli elementi di iniquità della nuova tassazione immobiliare (trise).
Il secondo elemento della piattaforma sindacale riguarda la rivalutazione delle pensioni. Quindi rivedere e correggere gli elementi di iniquità e rigidità introdotti dalle norme Fornero sul sistema previdenziale; ripristinare i meccanismi di indicizzazione delle pensioni esistenti prima del 2011 evitando l’erosione progressiva che i trattamenti pensionistici hanno subito in questi anni.

E per  Cgil, Cisl e Uil è poi fondamentale il tema della pubblica amministrazione e quindi dell’efficienza della spesa pubblica. Propongono di  dare certezza alla stabilizzazione dei precari; di liberare la contrattazione di secondo livelli per distribuire gli incrementi di qualità e produttività. E giudicano inaccettabili l’eliminazione dell’indennità di vacanza contrattuale per il 2013 e 2014 nonché il taglio lineare operato sugli straordinari. E infine penalizzante per i dipendenti del settore pubblico l’ennesima rateizzazione dell’indennità di fine rapporto.

Infine le proposte su come reperire le risorse:  obbligatorietà dei costi standard per le amministrazioni, riduzione del numero delle società pubbliche e degli enti, riduzione del numero dei componenti degli organi a tutti i livelli di governo, armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie alla media europea, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, taglio significativo della spesa pubblica improduttiva e dei costi della politica.

 

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