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Industria, segnali di ripresina. Produzione ed ordinativi in crescita nel terzo trimestre

In calo i dati relativi al lavoro. Ecco la fotografia di Camera di Commercio e Confindustria

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La consueta indagine sul sistema manifatturiero aretino mette in evidenza nel terzo trimestre un aumento della produzione dell'1,0%. Purtroppo il dato del fatturato non segue la stessa traiettoria, presentando infatti una contrazione dell'1,4% a causa della flessione del mercato nazionale, mentre quello estero risulta in forte espansione (+6,9%).
Segnali positivi vengono anche dall'indicatore degli ordinativi: nel terzo trimestre sono cresciuti complessivamente dell'1,1% grazie alla vigorosa spinta delle commesse dall'estero che nel periodo hanno presentato un incremento del 9,4%.
Indubbiamente le imprese aretine stanno cogliendo le opportunità provenienti dai mercati internazionali tanto che la quota di fatturato esportato complessivamente supera il 43%.

 

Purtroppo la ripresa produttiva sembra ancora insufficiente a migliorare il quadro occupazionale: l'indicatore, infatti, continua ad assumere segno negativo mostrando nel una flessione dell'1,2% che segue quella del -2% e del -1,6% del primo e secondo trimestre.

Principali indicatori III trimestre 2013 – Variazioni % rispetto allo stesso periodo del 2012
Produzione Fatturato Fatturato estero
Ordini totali Ordini esteri Occupazione
Tessile-abbigliamento 4,4 3,8 2,7 0,2 2,1 0,0
Pelli-cuoio-calzature -4,0 -4,3 -3,7 -3,7 -4,0 n.d.
Legno e mobilio -10,3 -8,3 -8,4 -2,7 -8,7 -9,4
Macchinari e mezzi di trasporto 3,2 3,2 0,2 0,0 4,5 n.d.
Oreficeria 11,3 1,7 6,5 12,7 16,7 -2,1
Elettronica e app. elettriche 0,2 -2,3 7,1 -3,6 5,5 n.d.
Altre attività manifatturiere -4,6 -4,5 17,8 -3,2 18,4 n.d.
Fino a 49 add. 0,2 -1,9 1,1 0,1 2,9 -1,5
50-249 add. 1,1 -1,5 19,2 2,5 24,0 -1,4
250 add. e oltre 8,0 3,7 4,5 4,6 3,9 3,3
Provincia Arezzo 1,0 -1,4 6,9 1,1 9,4 -1,2

I settori di attività
Analizzando i dati settoriali della produzione, emerge un panorama fortemente eterogeneo. Da un lato abbiamo settori da cui provengono segnali confortanti: in particolare tessile-abbigliamento (+4,4%) e oreficeria (+11,3%), due settori decisamente importanti per il nostro tessuto industriale, ma anche macchinari (+3,2%) ed elettronica/apparecchiature elettriche (+0,2%). Dall’altro abbiamo invece ancora settori in forte difficoltà, è il caso ad esempio del legno-mobilio (-10,3%), del pelli-cuoio-calzature  (-4,0%) e delle altre attività manifatturiere (-4,6%).

Le dimensioni di impresa
Sul fronte della dimensione d'impresa, emerge con chiarezza che gli indicatori dell'attività aziendale migliorano progressivamente al crescere della dimensione aziendale.
Le aziende più piccole (fino a 49 addetti) sono quelle che faticano di più: la produzione è poco più che stabile (+0,2%), ma il fatturato resta negativo (-1,9%) nonostante il contributo positivo della componente estera (+1,1%). Sostanzialmente stabili anche gli ordini in portafoglio che, anche in questo caso, vanno meglio sui mercati esteri che su quello interno. Critico l'indicatore dell'occupazione che evidenza una flessione dell'1,5% rispetto al terzo trimestre 2012, anche se la situazione rispetto al secondo trimestre del 2013 è sostanzialmente stabile (+0,1%).
Le medie imprese (da 50 a 249 addetti) presentano risultati intermedi: la produzione cresce dell'1,1%, ma anche in questo caso i miglioramenti produttivi non si riflettono in analoghi andamenti del fatturato che, al contrario, subisce un calo dell'1,5%. Gli ordini in portafoglio crescono del 2,5% complessivamente e del 24% sui mercati esteri, ma tutto questo purtroppo non solleva il dato occupazionale (-1,3% in termini tendenziali e -0,8% rispetto al secondo trimestre 2013).
Infine, le aziende più grandi, da 250 addetti in su, sono quelle che ottengono i migliori risultati: la produzione cresce sensibilmente (+8%), seguita in questo caso anche dal fatturato (+3,7%). Il positivo dato degli ordinativi (+4,6%) lascia intravedere buone prospettive per i risultati dell'ultimo trimestre dell'anno. Sul fronte occupazionale, le grandi imprese sono le uniche che riescono a fornire un contributo positivo, presentando un aumento del 3,3% rispetto al terzo trimestre 2012 e dello 0,2% rispetto al secondo trimestre 2013.


L’EXPORT ARETINO NEL III TRIMESTRE 2013

I dati provvisori delle esportazioni recentemente pubblicati da ISTAT segnalano nel terzo trimestre del 2013 una flessione del valore dell'export manifatturiero della provincia di Arezzo del 21,8%, che continua la serie negativa che ha caratterizzato il 2013 (-23,1% nel secondo trimestre e -13,1% nel primo).
Il risultato non deve però trarre in inganno: non siamo di fronte ad un crollo generalizzato  dei flussi aretini verso l'estero ma solo alla particolare dinamica di un settore, quello dei metalli preziosi, che essendo il più rilevante in termini di valore condiziona pesantemente il risultato generale. Se infatti ricalcoliamo il dato depurato da tale comparto la variazione sale a +18,8%.
L'export di metalli preziosi presenta infatti nel terzo trimestre una contrazione del 52,7% rispetto allo stesso periodo del 2012. Un contributo tutt'altro che marginale alla determinazione dell'entità della flessione è stato fornito dalla dinamica dei prezzi degli stessi: il prezzo dell'oro, in particolare, ha subito nel periodo considerato una contrazione del 24,2% nelle quotazioni espresse in euro. Ciò nonostante, circa la metà della diminuzione dell'export in valore dei metalli preziosi può essere attribuita ad una effettiva contrazione del mercato: negli ultimi periodi infatti, si sta ridimensionando quella componente della domanda dei metalli preziosi dai connotati più “finanziari” che sta progressivamente spostandosi verso diversi strumenti di investimento.
Il prezzo dei metalli preziosi ha, inoltre, un notevole impatto anche sui flussi dell'oreficeria, la seconda voce dell'export provinciale. Il comparto, infatti, continua a dare importanti segnali positivi, nonostante ma potremmo anche dire grazie alla flessione rilevante del prezzo dell'oro: nel terzo trimestre le esportazioni crescono del 22,4%  e sollevano il dato cumulato dall’inizio dell’anno a +17,8%.
Significativa è anche la crescita registrata dal comparto della moda che nel trimestre vede crescere le esportazioni del 32,8%: al suo interno, fatta  eccezione per le calzature           (-24,3%), tutte le altre componenti presentano variazioni positive, dal tessile (+1,3%)  all'abbigliamento (+7,7%) ma in particolare alla pelletteria (+84,5%).
Esportazioni manifatturiere della provincia di Arezzo – III trimestre 2013

Negli altri settori si riscontrano segnali discordanti.
Da un lato troviamo specializzazioni i cui flussi verso l'estero sono in crescita: citando quelli più rappresentativi in termini di valore, troviamo i prodotti chimici (+23,6%), l'elettronica (+82,6%), le bevande (+29,3%), gli autoveicoli e rimorchi (+4%) e i prodotti in metallo (+15,1%).
Dall'altro invece ci sono settori che accusano qualche cedimento: le apparecchiature elettriche (-11%), i macchinari (-8%), i prodotti alimentari (-0,5%) e i mobili (-20,6%).

“I dati produttivi relativi al terzo trimestre confermano il quadro di leggero recupero già rilevato dall’inizio dell’anno – commenta il Presidente di Confindustria Arezzo Andrea Fabianelli - si tratta di un risultato incoraggiante che interessa la quasi totalità dei principali comparti del nostro tessuto economico. Cresce il commercio internazionale e l’oreficeria recupera oltre l’11% in termini produttivi rispetto al corrispondente periodo del 2012 al netto del prezzo dell’oro sceso di un 14%. Il 43% del fatturato del manifatturiero aretino proviene dai mercati esteri – spiega Fabianelli - l’export di molti settori produttivi è in aumento e continuerà a crescere grazie agli incoraggianti dati della domanda. Occorre quindi sostenere le nostre imprese in questo sforzo di internazionalizzazione con politiche mirate a presidiare i mercati più dinamici e ad attrarre nuovi capitali. La ripresa produttiva c’è, seppur lieve, ma non è sufficiente a sollevare il dato occupazionale che resta purtroppo ancora in flessione dell’1,2%. Rimane purtroppo sempre negativa la domanda interna, l’Italia soffre della mancanza di strategie politiche che favoriscano la crescita ed i consumi. La situazione più grave è quella di quei settori che non sono trainati dall’export come il settore delle costruzioni, che è tuttora in profonda crisi”

“Anche se non possiamo ancora parlare di una inversione di tendenza – commenta il Presidente della Camera di Commercio Andrea Sereni – il quadro complessivo offerto dalla nostra rilevazione sul manifatturiero e sull'export provinciale presenta molti elementi positivi ad iniziare dalla crescita della produzione, sia pure non  supportata da quella del fatturato. Ancora una volta il contributo più rilevante arriva dalle imprese orientate all'export che vedono, soprattutto quelle del settore oreficeria e del tessile -abbigliamento, una crescita  della produzione e degli ordinativi. Permangono ancora negative le prospettive del mercato interno e la situazione occupazionale per le piccole e medie imprese. Segnali moderatamente positivi per l'occupazione invece per le grandi imprese che confermano le previsioni contenute nel rapporto Excelsior 2013, dove, peraltro si evidenziava una propensione alle assunzioni da parte delle imprese esportatrici più che doppia rispetto alle altre.”
“ I dati – conclude Andrea Sereni - confermano ancora una volta il valore strategico, per la nostra economia provinciale, della specializzazione manifatturiera. E correntemente con questa analisi, non posso che confermare l'impegno della Camera di Commercio, in termini di risorse ed interventi, per potenziare la capacità di penetrazione nei mercati esteri  delle nostre imprese manifatturiere.”

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