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SALARIO, DIRITTI, DIGNITA’ PER I LAVORATORI DEI SERVIZI COMUNALI. STANNO FACENDO “ORDINI DI SERVIZIO” PER FARE LAVORARE PER IL SARACINO, IN ORARIO STRAORDINARIO, I DIPENDENTI DEL COMUNE, DI CUI, HA DICHIARATO IL SINDACO

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STANNO FACENDO “ORDINI DI SERVIZIO” PER FARE LAVORARE PER IL SARACINO, IN ORARIO STRAORDINARIO, I DIPENDENTI DEL COMUNE, DI CUI, HA DICHIARATO IL SINDACO AI GIORNALI, ERA POSSIBILE FARE A MENO.

DUNQUE NON SI PUO’ FARE A MENO DEI LAVORATORI DEL COMUNE PER GARANTIRE I SERVIZI E LO SVOLGIMENTO DELLE MANIFESTAZIONI.

MA INVECE DI FARE RICORSO ALLO STRAORDINARIO, CONTINUATIVAMENTE, PERCHE’ IL COMUNE NON ASSUME I DISOCCUPATI O PRECARI DI AREZZO?

LA CGIL, IL CSA, LA UIL  E LA RSU DEL COMUNE DI AREZZO NON CI STANNO!

Quando è consentito di fare lo straordinario?

“le regole generali alle quali bisogna attenersi nella gestione del lavoro straordinario sono dettate dall’art.38 del CCNL del 14.9.2000, secondo il quale “le prestazioni straordinarie sono rivolte a fronteggiare situazioni di lavoro eccezionali” e non possono essere utilizzate come fattore ordinario di programmazione del tempo di lavoro e di copertura dell'orario di lavoro;

nell’ambito della definizione contrattuale, l’indicazione secondo la quale la prestazione di lavoro straordinario non può essere utilizzata come fattore ordinario di programmazione del lavoro sta ad indicare la necessità che, ai fini dell'ordinaria organizzazione del lavoro, il datore di lavoro può tenere conto solo delle prestazioni dovute dal dipendente nell'ambito del suo normale orario di lavoro d'obbligo, contrattualmente stabilito, nel rispetto delle modalità di corretta gestione del personale e delle altre disposizioni previste a tutela del personale;

da qui la necessità di contenere il ricorso al lavoro straordinario, limitandolo alle ipotesi della sopravvenienza di situazioni di carattere eccezionali, straordinarie, le sole che, in quanto imprevedibili ed insuscettibili di essere programmate dal datore di lavoro, possono giustificare la richiesta dello stesso al dipendente di eseguire prestazioni di lavoro ulteriori ed aggiuntive rispetto a quelle dovute nell'ambito dell'orario di lavoro contrattualmente stabilito;”

Questo afferma l’Aran:  Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (I Datori di lavoro). La dirigente del personale del Comune di Arezzo, ha sempre esibito i pareri dell’Aran come fossero quelli del Vangelo (ci si perdoni l’accostamento profano). Chiediamo: IN QUESTO CASO NO? E’ evidente a tutti che la festa della giostra del saracino non è un evento “imprevedibile”, “insuscettibile”, di “sopravvenienza di carattere eccezionale” “non programmabile dal datore di lavoro”. Anche i bambini, ad Arezzo, sanno le date del saracino. C’è tutto l’anno per programmare la manifestazione. Il fatto vero è che senza i lavoratori e le lavoratrici del Comune non si fa la festa. Naturalmente il sindacato adirà alle vie legali a tutela dei propri aderenti e dei lavoratori tutti.

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