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CIE, Centri di Identificazione ed Espulsione. Mattesini: presentata interrogazione al Ministro dell'Interno

"Occorre lavorare per superare un modello che si è dimostrato non efficace"

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Dall' 8 agosto 2009, con l'entrata in vigore della legge n. 94 (cosiddetto pacchetto sicurezza), è stato introdotto nel nostro ordinamento il «reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato», con la contestuale modifica del termine massimo di permanenza degli stranieri nei suddetti centri, che è passato da 60 giorni a 18 mesi, modificandone la loro natura e trasformandoli da centri di temporanea e brevissima permanenza in luoghi di detenzione amministrativa dei migranti. Tuttavia l’aumento della permanenza in questi centri si è rivelato inutile ai fini del miglioramento dell’efficacia delle espulsioni dal momento che, secondo i dati della Polizia di Stato, nel 2012 soltanto il 50,54% dei migranti trattenuti nei centri è stato rimpatriato e che tale percentuale è aumentata rispetto al 2010 di appena il 2%. “  L’indagine «Arcipelago CIE»  realizzata tra il febbraio 2012 ed il febbraio 2013 realizzata da Medici per i diritti umani delinea un quadro gravissimo per quanto riguarda le condizioni sanitarie dei centri.” A dichiararlo è la senatrice Donella Mattesini che, riportando quando affermato da tale indagine, ribadisce che “ In generale all'interno dei CIE non è previsto personale medico specialistico anche laddove sarebbe certamente necessario e che, l'inattività forzosa per prolungati periodi di tempo, in spazi angusti ed inadeguati, insieme all'incertezza sulla durata e l'esito del trattenimento, rendono il disagio psichico dei migranti uno degli aspetti più preoccupanti e di più difficile gestione all'interno dei centri oltre alla forte eterogeneità delle persone trattenute nei CIE che rappresenta un altro elemento di grande preoccupazione. Per queste ragioni – prosegue la senatrice aretina – ho presentato un' interrogazione al Ministro dell' Interno, sottoscritta da 24 senatori, in cui chiedo  con quale iter legislativo il Governo intenda procedere per ripensare gli attuali strumenti di gestione delle espulsioni, oggi inefficaci ed eccessivamente costosi, riducendo a misura eccezionale il trattenimento dei cittadini stranieri ai fini del rimpatrio, favorendo  i rimpatri volontari assistiti rispetto agli allontanamenti coatti e riducendo drasticamente i tempi di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione.”. Il Presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa di fine anno, ha annunciato che uno dei temi che il Governo avrebbe dovuto affrontare nell’inizio del 2014 sarebbe stato quello del cambiamento della legge Bossi-Fini, procedendo anche ad una revisione complessiva degli standard di accoglienza dei CIE in una logica di attenzione alla sicurezza dei cittadini e di rispetto dei diritti umani. “ Per queste ragioni – dichiara ancora Donella Mattesini - chiedo al Governo come intenda procedere per ripensare la normativa che sanziona l'ingresso e il soggiorno irregolare, pur mantenendo in essere la possibilità di ricorrere all'espulsione quando non esistano i requisiti per il soggiorno regolare e in quali tempi si intende rimuovere le restrizioni e le difficoltà al normale ingresso di associazioni umanitarie e organizzazioni non governative all'interno dei centri. Ritengo – conclude la senatrice PD Donella Mattesini – che uno Stato civile debba farsi carico anche di queste questioni, nel rispetto dell'articolo 10 della Costituzione, operando in modo coordinato in tutto il territorio e lavorando affinché sia fatta una giusta distinzione fra chi viene nel nostro paese per delinquere e chi invece può rappresentare un valore aggiunto per la nostra società.”.

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