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Attivato anche a San Giovanni il modulo di medicina d’iniziativa

Con 13 medici in team, seguirà una popolazione di quasi 14.000 utenti

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Uno studio condotto dall'Azienda sanitaria nella prima attivazione del Chronic Care Model (medicina d’iniziativa) è stato evidenziato che in due anni per il solo scompenso cardiaco si sono ridotti dell’11% gli accessi al pronto Soccorso, del 22% i ricoveri in Ospedale, del 16% il ricorso alla diagnostica pesante e dell’1% le visite specialistiche. Ma nello stesso tempo sono aumentate del 17% le analisi di laboratorio.
Una premessa necessaria per spiegare le ragioni della grande soddisfazione con cui la dirigenza dell’Azienda e il sindaco di san Giovanni Maurizio Viligiardi hanno annunciato questa mattina la partenza dell’ambulatorio nel capoluogo, il terzo dell’intero Valdarno dopo Bucine e quello unico di Castelfranco/Piandiscò/Loro Ciuffenna. Questo è il più grande alla vallata, con i suoi 13 medici che lavoreranno in team assieme ad infermieri e personale ausiliario e tecnico, per dare assistenza proattiva a 13.867 persone.
“Una assistenza – ha spiegato il dottor Corrado Basetti, coordinatore sanitario – che punta al richiamo di tutti i cittadini con malattie croniche, li controlla, li guida, li responsabilizza. Nella prima settimana di lavoro abbiamo chiamato 30 diabetici e tutti sono venuti, comprendendo il valore di questo approccio per la cura delle patologie. Entro l’anno avremo controllato tutti i mille diabetici del comune di san Giovanni”.
A questi moduli partecipa anche lo specialista. Adesso quello di diabetologia, ma presto anche per altre patologie per le quali si stanno predisponendo il piano di attività: più di 200 per lo scompenso cardiaco, 150 per l’ictus cerebrale, 350 per la Bpco (broncopneumopatia).
“E’ così che possiamo raggiungere quei cittadini per i quali è importante un controllo prima delle fasi acute – spiega Laura Gambassi, coordinatore infermieristico – e l’aver creato un team che mette assieme diverse figure professionali è garanzia per i cittadini di essere accompagnati in un percorso completo e virtuoso”.
Per chiudere il cerchio adesso il Valdarno deve far partire il suo quarto modulo. “E’ quello di Terranuova - spiega il direttore del distretto socio sanitario Anna Domenichelli – per il quale abbiamo già l’accordo con i medici, le attrezzature e il modello organizzativo: mancano solo i locali ma credo sia
questione di poco tempo. Come potrebbe essere questione di poco tempo, a San Giovanni, creare anche la casa della salute, proprio nella grande struttura del distretto: sarà sufficiente liberare poche stanze e il gioco con limitati investimenti sarà fatto. Mi piace ricordare che in periodi di crisi, questa Azienda ha il coraggio di investire soprattutto per il potenziamento del territorio. E i risultati non mancano davvero”.
Se il sei per cento della popolazione è affetto da diabete e il 35 per cento dei ricoverati è affetto da diabete, appare chiaro a tutti che questa malattia va seguita con particolare attenzione. “E’ l’uovo di colombo ma finora la prevenzione a tappeto sulle malattie croniche non si era mai fatta sul serio – ha sottolineato Enrico Desideri, direttore generale della Asl – Adesso possiamo dire di aver compiuto un salto di qualità che ha benefici diretti sulla popolazione e, alla fine, anche sui conti economici. Curare un paziente prima che sia in fase acuta costa molto meno che prenderlo in carico in ospedale. E  io vorrei sottolineare che è anche più etico. l’esperienza ci dice che i controlli finora li facevano soprattutto le classi sociali più abbienti, adesso sono chiamati tutti, senza distinzione.”

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