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Angelica Savrayuk, la farfalla aretina che ha fatto sognare l'Italia

Dopo tre ori mondiali e un bronzo olimpico ha annunciato il ritiro. Cresciuta nella Ginnastica Petrarca, ha fatto parte della squadra azzurra entrata nella storia della ginnastica ritmica

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La farfalla aretina ha schiuso le ali. Dopo tre ori mondiali e un bronzo olimpico, Angelica Savrayuk ha dato l’addio alla nazionale azzurra e annunciato il ritiro dall’attività agonistica. L’ultima esibizione l’ha regalata al pubblico aretino, sabato scorso in occasione del memorial intitolato a Manola Rosi, l’allenatrice che per prima aveva visto nella libellula di Lutsk l’eleganza e il talento smisurato. E anche da lassù l’ha guidata verso traguardi sempre più alti. Cittadina italiana dal 2006, dopo gli inizi in Ucraina, lo sbarco ad Arezzo dove è cominciata la sua favola che l’ha portata ai vertici internazionali. Cresciuta nella Ginnastica Petrarca, dalla gloriosa società aretina Angelica ha spiccato il volo fino a diventare la farfalla azzurra che tutto il mondo ha ammirato.
    Insieme ad Elisa Santoni, Marta Pagnini, Elisa Bianchi, Romina Laurito, Andrea Stefanescu ha formato una squadra entrata nella storia della ginnastica ritmica italiana. Ribattezzate le farfalle d’oro dopo i tre trionfi mondiali consecutivi dal 2009 al 2011, all’Olimpiade di Londra sono salite sul podio cancellando la beffa di quattro anni prima a Pechino. Sotto la guida di Emanuela Maccarani hanno scritto pagine indelebili del nostro sport.
    Angelica di nome e di fatto, la Savrayuk. A vederla sembra la materializzazione di un cherubino. Bionda, occhi chiari, magrissima. Purezza e leggerezza. A 23 anni ricomincia per lei una nuova vita. Dobbiamo dirle grazie perché ci ha fatto sognare ed emozionare.

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