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Due nuove mostre a palazzo Chianini-Vincenzi e Sant’Ignazio

Arte contemporanea ancora protagonista. Domenica le inaugurazioni

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Doppio appuntamento con l’arte contemporanea grazie alle mostre di Giancarlo Marcali, “Anime di calce” a palazzo Chianini-Vincenzi dal 9 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013, e Antonella Capponi, “Perspicere” a Sant’Ignazio nelle stesse date. L’inaugurazione è per entrambe domenica 9 dicembre rispettivamente alle 18,30 e alle 19. Sono curate da Fabio Migliorati, direttore per le attività espositive del Comune di Arezzo.
Orari, sempre per entrambe: venerdì 16 - 19; sabato e domenica 11 - 13 / 16 - 19. Ingresso libero.
“Anime di calce” è il nome di un progetto d’arte che Marcali conduce ad Arezzo da Venezia, dopo il successo a Palazzo Zenobio: un lavoro fatto di sincerità dello sguardo, di pura visione come memoria del dolore. L’offerta corporale si basa sempre sul disagio fisiologico più o meno grave - basti la spiazzante, estrema installazione luminosa esposta nell’atrio del palazzo di via Cesalpino e visibile già dall’ingresso attraverso la vetrata, fatta di 33 radiografie di individui morti per cancro. Si chiama, appunto, “La memoria del dolore”. Scrive Fabio Migliorati in catalogo: “L’estetica del lavoro di Giancarlo Marcali narra col fascino autobiografico del disagio, nell’esercizio poetico di un pudore che preme e soffoca. La decadenza dell’amarezza fa posto però alla tenerezza della storia personale, vibrando presto dalla plastica stratificata e ricoperta di nitrato d’argento al ricordo commovente dell’identificazione. Il dolore cantato da Marcali è taumaturgico: tanto nostro da divenire capace di saper curare”.
Giancarlo Marcali nasce a Richterwil nel 1963; vive e lavora a Milano e, dopo il Laboratorio di Arti Visive di Pavia, si laurea in Arti Aborigene e Culture delle Isole del Sud-Pacifico alla New South Wales University di Sidney. Sviluppa la sua ricerca artistica con un percorso nella coscienza del dolore. Quanti tipi di dolore lacerano l’umanità? Infiniti, sebbene tutti lascino una traccia del loro passaggio, una cicatrice, visibile o meno. A dispetto delle nostre diversità, Marcali ci riunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, ricordando che il dolore di ciascuno ha sempre il diritto di essere espresso.
La sala S. Ignazio ospita invece Antonella Capponi, artista umbra il cui percorso espressivo si lega al tema del cammino interiore, in una ricerca che la impegna dal 1992. “Perspicere” accomuna l’esperienza degli ultimi dieci anni in una coerente pseudo-antologica tutta giocata su un’attenta osservazione dello spazio (ambientale, umano, materiale). Dai due cicli “Venti” (2004) e “Sviati” (2009), presentati nelle ultime personali romane, alle “Opere attive”, così definite perché numerate progressivamente, mostrando quella fenditura circolare che diventa una sorta di grande falla in grado di rendere visivamente concreto il linguaggio astratto. “Realizzata appositamente per ‘Perspicere’ - precisa sempre Fabio Migliorati - l’opera ‘Le Nide, uno spazio altro’ descrive la dimensione ovattata dell’accoglienza e della crescita: luogo riparato e protetto, quasi una sorta di alcova, riservato al più alto grado di sensibilità, ove è possibile ritrovare la parte distante, quella perduta e celata in ognuno di noi. ‘Le Nide’ vuole essere l’eterno presente, una specie di luogo che non conosce la fine e in cui non è possibile alcun futuro”.
Antonella Capponi ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Perugia, nel cui ambito inizia la propria ricerca pittorica che si basa su un utilizzo di materiali plastici di derivazione industriale. Nel 1988, con l’opera “Cubo”, nascono le prime sculture aeree: installazioni e opere ambientali da cui emerge una ricerca incentrata sul concetto di limite / soglia. La sua tecnica si giova di colle, plexiglass, neon, led luminosi, incisioni laser - da cui l’artista crea quella trasparenza capace di cercare l’archetipo simbolico del mistero Tempo.

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