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Un tuffo nel passato del quartiere di Porta Santo Spirito

Dopo aver parlato della storia del Saracino non potevamo tralasciare i "pezzi" della sua anima. Iniziamo con i giallo blu ........

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Il territorio del Quartiere di Porta Santo Spirito si estende nel settore sud-ovest della città e comprende le antiche Cortine di Porta del Borgo, la Visconteria del Piano di Arezzo e la Visconteria della Valdambra fino all’Arno.
L’emblema del Quartiere è costituito dalla seguente raffigurazione araldica:
“D’azzurro al ponte di tre archi al naturale, caricato al di sopra di quello centrale, più alto, da una lettera M cimata da una croce di nero, e cimato da una cinta muraria con tre torri al naturale, sormontato dalla colomba dello Spirito Santo raggiante d’oro.”
La sede attualmente è situata nei locali del Bastione di  levante di Porta Santo Spirito e la chiesa dove avviene la benedizione dei cavalli il giorno della giostra è  quella di Sant'Antonio in via Vittorio Veneto.
San Jacopo è il suo Santo Protettore. Fu uno dei dodici apostoli che ricevette il dono dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste.
Al Quartiere sono associate le casate di città degli Albergotti, degli Azzi, dei Camaiani e dei Guasconi nonché le casate del contado dei Pazzi del Valdarno e dei Tolomei del Calcione.
I colori dello stemma sono giallo e blu, il suo motto è " Ex antiquitate ardor".
Quest’anno, grazie alla bravura dei fantini Gianmaria Scortecci e Elia Cicerchia, ha vinto sia l’edizione della giostra di giugno sia quella di settembre, realizzando il cosiddetto “Cappotto” e portando a 29 le lancie d’oro vinte.

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