Edilizia scolastica: sotto accusa il decreto Delrio - FOTO

Ruscelli: "Non si capisce da dove arrivi il risparmio, aumentando il numero dei centri di spesa"

a cura della Redazione
18/11/2013
Attualità
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La riorganizzazione della pubblica amministrazione prevista nel decreto Delrio, e le sue conseguenze per quanto riguarda la programmazione e la gestione del sistema scolastico, sono state analizzate questa mattina in conferenza stampa dall'Assessore Provinciale Ruscelli, coadiuvato dagli architetti Tiezzi e Tellini. Il problema principale sul tavolo è quello che riguarda l'edilizia e gli ambienti scolastici..

Il decreto Delrio, se convertito in legge, dividerà in due enti diversi, con compiti e responsabilità differenti, quello che oggi è la Provincia. Al termine della riorganizzazione prevista nel decreto, la programmazione di tutti i lavori rimarrebbe compito del consiglio provinciale, mentre la vera e propria gestione passerebbe sotto l'egida dei comuni in cui hanno sede gli edifici scolastici. “Non si capisce come ci possa essere un risparmio in questo modo” - ha detto l'assessore Ruscelli - “se prendiamo ad esempio la provincia di Arezzo, passeremmo da un solo centro di spesa, a tredici. Questo va contro la tendenza generalizzata della pubblica amministrazione, che è quella di accorpare i vari centri di spesa in delle aree molto più vaste e centralizzate”

A preoccupare di più Ruscelli sono soprattutto i criteri con cui ogni comune dovrebbe prendere in gestione gli edifici scolastici e la loro gestione e manutenzione. Le amministrazioni comunali infatti, dovrebbero farsi carico anche dell'ammortamento e del pagamento dei mutui preesistenti, stipulati dalla Provincia per gli edifici. Il Comune di Arezzo, ad esempio, dovrebbe immediatamente farsi carico di dodici milioni di euro di mutui per manutenzione e costruzione degli edifici scolastici del suo territorio. “In realtà sono molto più preoccupato per i piccoli comuni” - ha spiegato Ruscelli analizzando il problema - “Immaginiamoci un comune piccolo, ad esempio Caprese Michelangelo: a fronte di pochi abitanti e pochi studenti, avrebbe da gestire un'edilizia e pagare delle somme davvero elevate, col rischio di mettere in difficoltà l'amministrazione comunale, delegandogli problematiche e spese che fino ad oggi non li riguardavano”.

Il rischio più grave è quello di una notevole differenziazione sia quantitativa che qualitativa dei servizi, fra i comuni con più di 15.000 abitanti e quelli più piccoli. I comuni con meno residenti, infatti, non avrebbero partecipazione nei nuovi consigli provinciali come progettati nel decreto Delrio. Sarebbero costretti ad adattare i pochi mezzi e risorse, per gestire quanto programmato dai pochi rappresentanti di comuni di grosse dimensioni. Questo andrebbe sicuramente a discapito dei servizi verso i cittadini, oltre a non creare quel notevole risparmio, che avrebbe dovuto essere l'obiettivo principale del decreto.

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