Tassa dei fossi, presentato il ricorso del Comune alla Commissione Tributaria

Chiesta la sospensione del pagamento. Le questioni di illegittimità costituzionale

25/11/2013
Attualità
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Annunciato e fatto: il Comune di Arezzo ha presentato ricorso contro il Consorzio di Bonifica Val di Chiana Aretina, di fronte alla Commissione Tributaria Provinciale di Arezzo.

 

“Abbiamo chiesto la sospensione del pagamento nonché la remissione degli atti alla Corte Costituzionale. Riteniamo infatti  illegittimi una serie di articoli delle leggi regionali 47 del 2010 e 10 del 2012 - – annuncia il Sindaco Giuseppe Fanfani. Consideriamo poi  illegittimi il Piano di classica del Consorzio e il conseguente preteso contributo”.

 

“Abbiano quindi avviato una battaglia legale indispensabile in difesa dell’Ente e dei cittadini ma intendiamo soprattutto continuare nella battaglia politica e amministrativa per stabilire con certezza ruoli e competenze in materia di riassetto idrogeologico e di difesa del suolo – continua il Sindaco Giuseppe Fanfani. L’Italia sta dimostrando, a ritmi sempre più frequenti, la sua fragilità. Gravi problemi abbiamo anche sul nostro territorio. Ritengo inaccettabili incertezze sulle competenze. I Comuni sono i soggetti istituzionali che operano in maniera diretta sul territorio, sono quelli più vicini alla gente e ai loro problemi. E’ quindi necessario un riassetto delle competenze e una diversa distribuzione delle risorse. Non penso possa esistere razionalmente una scelta diversa dall’affermazione della centralità istituzionale ed operativa dei Comuni per i quali, su questo tema, non possono e non devono valere i vincoli del patto di stabilità. Va da sé che il Consorzio ha avuto dai cittadini di Arezzo circa 1 milione di euro ogni anno e ne ha spesi, nel loro territorio, solo 200mila. Se il Comune di Arezzo avesse avuto tale disponibilità, l’avrebbe integralmente impiegata per mettere in sicurezza i propri fossi. Non possiamo quindi accettare programmazioni che vengano da soggetti terzi”.”.

 

Nel ricorso presentato dagli avvocati Ricciarini e Pasquini si evidenzia come “lo statuto del Consorzio prevede tre organi: il Presidente, il Consiglio dei delegati e la Deputazione amministrativa. Tali organi non sono mai stati regolarmente costituiti. Infatti la L.R. 5.10.2010 n. 47 ha istituito un commissario straordinario e pertanto non è stata garantita adeguata rappresentanza”.

 

Il Commissario ha approvato il Piano di Classifica che ha determinato il contributo oggetto del ricorso. “Il Piano non contiene l’esatta individuazione del beneficio apportato dalle opere di bonifica al singolo immobile gravato dall’onere del contributo, ma si limita a definire il contributo in base ad indici generali…. In realtà si tratta di indici del tutto astratti che fanno riferimento solo alla ubicazione dell’immobile gravato, senza alcun riferimento diretto al beneficio ricevuto dalle opere di bonifica effettivamente realizzate e mantenute dal Consorzio”.

 

Il ricorso dettaglia poi una serie di argomentazioni giuridiche che saranno adesso all’esame della Commissione Tributaria e quindi della Corte costituzionale.

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