Siamo arrivati a Natale. E come ogni anno parte la corsa ai regali per accontentare i desideri dei più piccoli. Viaggiando nei vari negozi aretini, ci siamo rese conto che anche il mondo dei giochi non è indenne dalla creazione di stereotipi e al consolidamento della forma patriarcale della società italiana. E' per questo che vogliamo fare nostra la campagna del sito internet "Un altro genere di comunicazione" che ha individuato quattro elementi, reali e verificabili, comuni a quasi tutti i giocattoli:
1. La netta distinzione degli articoli "da femmina" dal resto del mondo maschile o "neutro".
I giochi da bambina normalmente sono di colore rosa, preso in tutte le sue sfumature, hanno le forme arrotondate e appaiono più brillanti e vezzosi..
2. I giocattoli sono "da femmina" o "da maschio" secondo severe categorie di differenziazione dei ruoli, inculcando una specie di predestinazione biologica: alle bambine sono riservati tutti i giochi di simulazione di cura della casa e della famiglia, con tutte le derivazioni volte comunque all' "istinto di accudimento" ( sempre in rosa e con foto di bambine sulle confezioni ), ai bambini i giochi di simulazione del lavoro, prevalentemente virile, cioè caratterizzato dal successo sociale o dalla forza fisica.
3. I giochi "neutri", di tipo scientifico tecnologico, sono spesso caratterizzati dalle foto di soli maschi sulle confezione. Anche quando invece il gioco è destinato ad entrambi i generi, esiste ancora più spesso una "versione femminile", dove di nuovo ritornano i colori rosa, si abbassa il livello delle conoscenze richieste, cambiano gli ambiti di apprendimento ( relegati spesso nel mondo dell'estetica: trucco, gioielli, vestiti ).
4. Tra i giochi per bambine, molti veicolano un modello estetico imperante, fatto di make up anche per piccolissime e di canoni estetici fuorvianti e innaturali. Bambole sottili, dalle labbra turgide e gli occhi truccatissimi. Giochi ritenuti creativi che insegnano alle bambine dai 3 anni in su a truccarsi e "farsi belle".
(fonte http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2013/12/09/la-discriminazione-non-e-un-gioco/)
Invitiamo quindi tutti i genitori ad acquistare i giochi per i propri figlie e figlie in maniera responsabile e consapevole, evitando di alimentari stereotipi, già fin troppo diffusi, e dando così il loro contributo alla nascita di una nuova società critica e indipendente, che superi la visione maschile e maschilista che permane ancora come eredità del passato estremamente difficile da superare.
Erika Falsini (Responsabile Politiche di genere PD Arezzo)
Erica Rampini (Responsabile Diritti PRC Arezzo)