La vicenda Banca Etruria
Prima interrogazione di Andrea Modeo: “credo si debba fare luce sulle vicende che stanno coinvolgendo Banca Etruria, emerse dopo le dichiarazioni recenti del presidente Fornasari e i rilievi della Banca d'Italia nei quali si auspica un'aggregazione con istituti bancari più forti. Mi interessa l'aspetto occupazionale, la banca è la seconda azienda dopo la Asl del nostro territorio con più di 900 dipendenti. Cosa ha fatto o cosa farà il sindaco per tutelare la territorialità dell'istituto e i livelli occupazionali?”.
Daniele Farsetti: “nel silenzio totale dei media locali, sta passando sottotraccia una vicenda decisiva per la città. Si paventa la necessità di partner bancari, se ne fanno i nomi, ma si omette il quadro da cui tale accorpamento dovrebbe nascere. Stiamo parlando della banca dove si concentra il risparmio degli aretini. Chiedo sia monitorata la vicenda anche perché in realtà Banca Etruria è sull'orlo del baratro e necessita un istituto solido per il suo rilancio. Per Arezzo è un colpo mortale. Quali elementi hanno portato a questa degenerazione? Pare che un terzo dei prestiti, quindi dei crediti vantati, siano inesigibili. Cosa ha fatto il management della banca nel passato, ha concesso prestiti senza garanzie di solvibilità? Ma veniamo a una cosa molto istruttiva, un articolo del Corriere della Sera del 17 settembre 2012 dove si narrano le gesta di un ex deputato e sottosegretario democristiano: Franco Bonferroni, consigliere di amministrazione di Finmeccanica in quota Udc nonché ex collega di governo di Giuseppe Fornasari, entrambi sottosegretari nel VI governo Andreotti. Bene, Bonferroni, secondo un immobiliarista romagnolo interrogato in carcere, si vanta di essere uno dei potenti della massoneria e cita interessamenti e cifre riguardanti la banca aretina e il suo presidente. Quest'ultimo ha negato qualsiasi addebito. Alla luce di questi fatti appaiono sotto una luce molto diversa anche i successivi aumenti di capitale, l'ultimo dell'agosto scorso da 100 milioni di euro sottoscritto dai cittadini che si sono sempre rivolti con fiducia all'istituto. Chiudo citando il parere dei sindacati: il nostro territorio è diventato puro campo di raccolta per rastrellare capitali da investire in altri luoghi ritenuti più strategici”.
Roberto Bardelli: “le scelte future della banca condizioneranno inevitabilmente il nostro territorio. Chiedo un Consiglio Comunale aperto dove siano invitati Banca Etruria, le associazioni imprenditoriali e tutti i soggetti economici per fare sentire che siamo pronti a un gioco di squadra per la tutela dell'istituto”.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “mi risulta che sia stato assegnato un tempo breve per trovare un partner. Il sistema bancario italiano è appesantito nel suo complesso, vedo difficile trovare un partner che lasci indipendenza operativa e autonomia territoriale. Non ho strumenti per intervenire sulla grande finanza ma attenzione a non suscitare eccessivi allarmi”.
Il ciclo dei rifiuti
Gianni Mori è tornato sopra il problema del raddoppio dell'inceneritore. “Il piano interprovinciale dei rifiuti, valido fino al 2025, fa rientrare dalla finestra ciò che pareva uscito dalla porta: un nuovo inceneritore. È dal 1998 che smaltiamo 100.000 tonnellate all'anno in una reciprocità con altri territori, specie Firenze, e oggi questa reciprocità sparisce e ci chiedono di fare comunque un aumento di potenza termovalorizzatrice. Serve una riflessione, la strada maestra è la raccolta porta a porta senza distorsioni, forzature e illogicità. Chiediamo la messa in sicurezza dell'attuale impianto senza alcun incremento delle tonnellate da incenerire. La facciamo una battaglia come sul 118?”. Sull'argomento Gianni Mori ha fornito una serie di dati puntuali che sono stati trattati in una separata conferenza stampa.
Anche Alessio Mattesini ha chiesto chiarimenti “sulla contraddizione che sta oramai emergendo tra quanto veniva asserito, anche in questa sede, ovvero che l'inceneritore di San Zeno non sarebbe stato toccato e i piani sovracomunali, interprovinciale e regionale, che prevedono la copertura da parte di Ato Sud di una quantità di tonnellate tale da richiedere il raddoppio sostanziale dell'inceneritore. Che farà il Comune di Arezzo?”.
L'assessore al ciclo dei rifiuti Franco Dringoli: “stiamo ragionando di strumenti in itinere e di una partita programmatoria tutta da verificare. Preciso comunque che il nostro riferimento è il piano interprovinciale dove non si parla di raddoppio: a fronte delle 42.000 tonnellate che è il potenziale a cui può rispondere oggi l'impianto di San Zeno si evidenzia uno scenario da 55.000 tonnellate. Tuttavia si demanda all'Ato, ai Comuni dunque, la soluzione per la quantità residua di smaltimento”.
“Qui di battaglie ne sono già state fatte - ha sottolineato il Sindaco Giuseppe Fanfani - perché crediamo nella raccolta differenziata e in un'idea di civiltà ambientale e territoriale che ci porta a dire: il raddoppio non è necessario. Ma se altri livelli di governo la pensano diversamente, spostiamo la battaglia proprio dentro le assemblee che li contraddistinguono perché il Comune di Arezzo non può condurre la battaglia da solo”.
Viabilità e manutenzione cittadina e delle frazioni
Luigi Scatizzi: “Santa Firmina, Villalba, San Marco presentano un sistema viario veramente abbandonato a se stesso. Una zona molto bella paesaggisticamente ma con strade strette dove è difficile per i veicoli scambiarsi, senza segnaletica orizzontale, con precaria segnaletica verticale, prive di protezioni a tutela dei fossi, scarsa illuminazione e con torrenti che hanno eroso la stessa sede stradale in alcuni punti. Alcune abitazioni non sono servite da acquedotto e i cittadini si riforniscono da pozzi scavati approssimativamente e risulta difficile dare indicazioni domiciliari per gli abitanti sia che si chiami un taxi sia, ed è aspetto ovviamente più problematico, la guardia medica”.
Gianni Cantaloni: “dopo alcuni mesi di prova è stata tracciata la pista ciclabile nel tunnel della ferrovia in zona Baldaccio. Non voglio pensare che sia adottata questa soluzione: la strada è ora di 2 metri e mezzo e l'uscita dal sottopasso, specie verso Pescaiola è pericolosa e se un auto incrocia un ciclista proveniente in senso contrario si rischiano incidenti gravi. Conoscete lo stato delle criticità, il tracciato è quello definitivo?”.
“Gli uffici - ha precisato l'assessore Franco Dringoli - hanno ritenuto esistessero le condizioni per la sicurezza e il tracciato è stato concordato con la Fiab”.
Gianni Pagliazzi è tornato sull'interporto: “i consiglieri regionali hanno portato a conoscenza di un finanziamento regionale per il completamento della viabilità della zona. Verranno realizzate le opere relative e ci sono manifestazioni di interesse sull'area?”.
“Sulla viabilità - ha precisato Franco Dringoli - si parla in particolare di Ponte a Chiani, di una doppia rotatoria. Nella finanziaria della Regione Toscana è stato inserito un contributo per realizzare questo intervento e ovviamente abbiamo salutato la cosa con favore”.
Ancora Gianni Pagliazzi: “mi è stata segnalata un'illuminazione veramente scadente per Piazza Guido Monaco mentre per Piazza Grande la situazione è di totale abbandono. Ha intenzione il Comune di intervenire per migliorare la luce della prima e per pensare a qualcosa che renda la seconda oggetto di attenzione turistica come merita la sua bellezza? Non potevamo pensare in questo periodo a un villaggio di natale permanente proprio in quella sede come fanno altre città per valorizzare un luogo specifico?”.
Alessandro Ruzzi ha richiamato l'attenzione sulla continua sistemazione delle transenne in città che “sono un impaccio per il pedone. Parlo in particolare di via Assab dove una transenna 'giace' lì da un mese”.
Telecamere
Alessio Mattesini: “dal 2010 questa amministrazione parla e prova a mettere le telecamere, prima 10, poi 20, poi 37. Bene, non hanno mai funzionato e non sono mai state utilizzate, sono una porta inaccessibile per le forze dell'ordine che devono verificare infrazioni o reati. Ovviamente hanno avuto, nel frattempo, un costo. Funzioneranno? Ora ne dovrebbero apparire altre. Saranno un flop come le precedenti? E come farà la PM ad accedere ai filmati?”.
L'assessore Franco Dringoli: “20 sono già attive a collegate al nostro Ced. Ne sono pronte altre per un totale di 87, sempre tutte a fibra ottica. Stiamo montandole in questi giorni e perfezioneremo i sistemi di collegamento. Nel gennaio 2014 tutto potrà dirsi concluso. A San Zeno ce ne sono altre 37 funzionanti ora si sta pensando di collegarle alla PM sempre tramite fibra ottica. A Pratacci ne sono previste altre 60”.
Sanità
Doppia interrogazione di Gianni Pagliazzi, una sulla situazione veramente pesante del reparto ospedaliero di dermatologia, dove “la mancanza totale di igiene e decoro è incredibile”. L'altra sulle chiamate che i cittadini devono fare per prenotare visite intra moenia: “una chiamata costa 10 centesimi e spesso se ne devono fare parecchie”.
Alessandro Ruzzi ha invece rilevato che ci sono “ambulatori senza orario di apertura esposto esternamente. E una struttura come la Asl deve dare il buon esempio”.
L'assessore Marcello Caremani ha garantito “sollecitazioni immediate all'azienda su tutte le questioni e una verifica immediata di persona per vedere se le situazioni verranno risolte. Gli orari esterni peraltro erano una questione già nota e riguardano gli ambulatori all'altezza della quarta scala antincendio”.
Giostra
Roberto Bardelli e Gianni Cantaloni hanno ricordato che “nel 2013 il buratto ha fatto le bizze, quali soluzioni per le Giostre del 2014? Si era paventato un nuovo meccanismo realizzato da una importante società. Stiamo parlando di due buratti e non di uno e di garantire la sicurezza dei giostratori, specie degli esordienti, fin dalla settimana delle prove. Chiederemo chiarimenti alla ditta in questione su come sono andate le cose”.
L'assessore Francesco Romizi ha ricordato: “era stato chiesto a una ditta un progetto di intervento sul buratto, ma l'esigenza di una procedura di evidenza pubblica da parte nostra e la mancanza di ulteriori proposte da parte del privato ha fatto cadere anche il primo progetto. Ma il buratto di giugno sarà completamente rinnovato nel meccanismo di funzionamento grazie al lavoro dei dipendenti del Comune”.
Urbanistica
Gianni Cantaloni: “molte pratiche urbanistiche sono ferme da marzo. Se accolte potrebbero essere anche di stimolo all'economia perché si concretizzerebbero in lavori importanti. Quali criteri vengono adottati e quali sono gli iter seguiti? Come e a chi i cittadini possono rivolgersi per snellire i tempi? Ricordo peraltro che dalle procedure stesse è scomparso il parere della commissione urbanistica, prima necessario”.
ATTI DI INDIRIZZO
Luigi Scatizzi ha chiesto di “concordare entro gennaio con l'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli un incontro affinché si verifichi la possibilità di riaprire la stazione Rigutino-Frassineto. Attenzione, non si tratta di una stazioncina come quella di Compiobbi che ci colpiva ogni volta che andavamo a Firenze per motivi di studio ma una struttura in grado di servire un ampio agglomerato di residenza e di fruitori”.
Pur concordando sull'oggetto dell'atto di indirizzo di Scatizzi, Alessandro Ghinellli e Luigi Lucherini hanno sottolineato come “un sistema della mobilità va visto nel suo complesso. Non solo gli assetti stradali ma, ad esempio, dove sono i parcheggi per poter fruire della suddetta stazione? Con l'eventuale apertura di questa struttura riappare, con piacere, una vecchia idea di metropolitana di superficie”.
Matteo Bracciali si è detto favorevole “per garantire una mobilità quanto più agevole anche per i cittadini che non abitano in centro”.
Gianni Mori: “un atto che smuove dalla pigrizia. Uno dei passaggi importanti per migliorare la situazione della Valdichiana, così aveva previsto il comitato ora associazione di cui faccio parte, era il ripristino di stazioni come Rigutino-Frassineto e Olmo”.
Anche Lucio Bianchi ha annunciato il voto del Movimento 5 Stelle, “favorevole alla mobilità su rotaia che agevola l'ambiente rispetto al monossido di carbonio che le automobili sprigionano”. L'atto di indirizzo è stato approvato all'unanimità dei 24 presenti.
Ancora Luigi Scatizzi con un altro atto di indirizzo ha proposto di agevolare i giovani nell'accesso alla abitazione. “Già opera Arezzo Casa nel nostro territorio, ma occorrono nuovi strumenti. Personalmente ho individuato il cosiddetto contratto di locazione con patto di futura vendita. Locatore e conduttore pattuiscono il passaggio di proprietà dell'abitazione alla fine della locazione. I canoni versati vanno ovviamente a ridurre il prezzo complessivo di vendita. Quest'ultimo, a garanzia dell'acquirente, è fissato all'inizio del rapporto. Per la giurisprudenza si parla di contratto atipico, frutto della fusione di vendita e locazione, riconducibile civilisticamente alla vendita a rate. Chiedo che Arezzo Casa individui una banca disponibile a lavorare su questo contratto e sia disponibile a concedere finanziamenti adeguati alle giovani coppie”. L'atto è stato approvato all'unanimità dei 22 presenti.
Atto di indirizzo sul turismo sempre di Luigi Scatizzi: “chi raggiunge la nostra città, come noto con eccellenze nella gastronomia, nell'arte e nell'oro, ha difficoltà a definire agevolmente queste eccellenze. Occorre uscire da una logica meramente istituzionale e superare la visione del turismo come ricezione alberghiera. Chiedo una strategia di marketing territoriale con un soggetto gestore ad hoc del turismo in ogni suo aspetto, a cui venga attribuito un ruolo che renda organica la nostra presenza sui mercati, che creai un marchio, un brand, del territorio da promuovere in ogni fiera nazionale e internazionale, che crei siti web che siano non solo fonte di informazioni ma sistemi operativi dove chi vi accede può creare itinerari personalizzati, che attivi una wi-fi cittadina”.
Gianni Cantaloni ha citato i “2.600.000 euro che spende Rimini per il suo boom turistico, è quanto risulta da un articolo di giornale. Servono esperti capaci di progetti veramente in grado di farci fare il salto di qualità. Daverio, il critico d'arte e divulgatore televisivo conferma in un'intervista che occuparsi di turismo deve essere strategico, ad Arezzo manca questa strategia, non basta un atto di indirizzo seppur meritorio. Non troviamo una soluzione casereccia, pensiamo davvero a tecnici del settore. E facciamo un Consiglio Comunale aperto sul turismo, per dare un segnale forte, una speranza alla città che merita un percorso affascinante e propositivo anche in termini di indotto. E pensiamo anche alla possibilità di accedere in materia ai finanziamenti europei rispetto ai quali siamo all'età della pietra”.
Matteo Bracciali: “non siamo stati fermi dinanzi a questo tema. Al posto della vecchia Apt c'è il Benvenuti ad Arezzo 2 per l'ospitalità di chi arriva dalla stazione, 'fratello' del centro in Piazza della Libertà. Abbiamo lavorato grazie al Piuss su un patrimonio pubblico che è anche volano di turismo. Arezzo ha conosciuto un aumento delle presenze, passi in avanti ne sono stati fatti. Ritengo che l'atto di indirizzo di Scatizzi possa essere corretto con alcuni emendamenti che facciano giustizia di quanto fatto proprio dall'amministrazione: eliminare ad esempio il riferimento al Piuss come un atto scoordinato e l'altro riferimento agli stand delle fiere: che non siano rappresentativi semplicemente del Comune di Arezzo ma dell'intero territorio”.
Marco Tulli: “sul turismo mi ricordo una lunga battaglia partita dalla Regione Toscana sull'osservatorio. È stato creato? Ha fatto qualcosa, quali risultati ha prodotto? Intanto lo abbiamo pagato. Intanto tutti sappiamo che turismo è questione di decoro e che Piazza San Francesco è stata rialzata nascondendo tutto quanto sta sotto”.
Renato Peloso: “da 30 anni abito qui e mi sento un turista. In questa sala consiliare ho celebrato un matrimonio: fra due finlandesi che hanno scelto Arezzo per questo loro gesto così significativo. Un piccolo aneddoto per dire che anche questa città merita delle soddisfazioni”.
Daniele Farsetti: “perfino per portare turismo congressuale ad Arezzo abbiamo inventato una società che langue miseramente. Spesso tutte le azioni sul turismo se prese singolarmente sono positive ma manca un disegno complessivo di rilancio turistico. Andiamo a vedere il bilancio: la voce 'promozione turistica' è sempre il fanalino di coda”.
Alessando Ghinelli: “turismo e cultura vanno di pari passo. Mi aspettavo che questa discussione nascesse da una delibera di Giunta e non da un atto di indirizzo. È la dimostrazione più evidente che manca progettualità a questa amministrazione. Mancano due anni e mezzo al termine del mandato, chissà se sarete capaci di uno scatto”.
Il sindaco Giuseppe Fanfani ha concordato che questa città ha “un ritardo storico legato al suo sviluppo che ha preso strade diverse dal turismo. Secondo divario importante è stato quello tra sviluppo economico e sviluppo culturale. Quando si poteva disporre di fonti finanziarie e si poteva impostare uno sviluppo turistico diverso non è stato fatto. Così abbiamo delegato tutto agli enti del turismo, poi diventati aziende. E il citato osservatorio turistico? In effetti c'è una questione da porre: giusto spendere denari per studiare un fenomeno che in Toscana dovrebbe essere conosciuto? Lo Stato poi sottrae la gestione dei beni culturali agli enti locali creando disaffezione crescente e problemi come l'impossibilità di creare biglietti unici per i musei. Se volessimo creare una struttura turistica dovremmo partire dalla gestione dei nostri tesori. Poi le risorse: per portare 150.000 persone servono un milione di euro. C'è un sistema economico complessivo pronto? E il sistema ricettivo è strutturato per questi numeri?”. L'atto di indirizzo così come emendato da Matteo Bracciali è stato approvato all'unanimità dei 26 presenti.