"Alberghi, occupazione in aumento ma guadagni in calo". Il bilancio di tre anni di Confcommercio

Dal 2011 la media di vendita per camera è passata dai 73 euro del 2011 alle 67 del 2013, anche per i 4 stelle

03/01/2014
Attualità
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È un confronto impietoso, quello che esce dall’analisi di Confcommercio sui dati delle strutture alberghiere del comune di Arezzo negli ultimi tre anni, dal 2011 ad oggi. A fronte di un aumento contenuto del tasso di occupazione, passato dal 48% del 2011 al 52% del 2013, si registra infatti una diminuzione delle tariffe, che, sommata all’aumento vertiginoso di tasse e oneri vari, equivale ad un crollo della redditività. “E senza redditività - ricorda la responsabile dell’area turismo della Confcommercio Laura Lodone - le imprese possono solo sopravvivere, bloccando ogni investimento per migliorarsi, crescere, formare il personale e aumentare le assunzioni”.

“La nostra indagine sugli indici di performance ha valore statistico assoluto perché  è stata svolta sull’80% delle camere disponibili nei 18 alberghi del Comune”, spiega Laura Lodone, “visto che per molti il 2012 è stato l’annus horribilis del turismo aretino, volevamo capire quanto erano cambiate le cose pendendo in esame la situazione precedente. I risultati sono stati piuttosto sconfortanti, ma ne avevamo già il sentore. È vero, mancano ancora i dati del dicembre 2013, ma non sposteranno di molto l’ago della bilancia”.

Il dato più preoccupante, secondo la Confcommercio, è quello delle oltre 6 euro in meno riscosse da ogni albergo per ogni camera venduta: “nel 2011 il prezzo medio per camera era di 73,5 euro, nel 2013 si arriva a malapena a 67 euro. Si tratta di prezzi irrisori, visto che stiamo parlando perlopiù di alberghi a 4 stelle”, sottolinea.

Nessuno gioisce, dunque, se nel triennio sono aumentate le camere vendute, visto che il guadagno è andato diminuendo. “Si sono persi nel complesso almeno un milione di euro, a fronte di un aumento costante della pressione fiscale, che qualcuno ha quantificato in oltre il 20% per ogni impresa. Nel 2013 la sola Imu è costata agli alberghi il 9% in più rispetto allo scorso anno, nonostante il Comune di Arezzo abbia mantenuto la stessa aliquota”.

“La cosa che dovrebbe spaventare anche i nostri amministratori è che la leva del prezzo sembra essere l’unica per attirare gente. Fra strutture che si vendono su Groupon ed altre che puntano su mordi e fuggi e gruppi low cost, Arezzo ormai sembra solleticare più il portafoglio che non l’immaginario dei turisti. Ma chi vuole un turismo al ribasso, che non porta vera ricchezza agli alberghi né fa entrare più gente nei ristoranti, nei negozi e nei musei?”.

“Se l’unica strada per aumentare l’occupazione è quella di rivedere i prezzi significa che non esiste alcuna politica strategica per il turismo aretino”, prosegue la responsabile di Confcommercio, “certo, così le imprese riescono a “passà ‘a nuttata”, ma sopravvivere non basta. Che cosa accadrà sul breve-medio periodo?”

“Ogni albergo occupa in media 15 persone, per un totale di 270 posti di lavoro, almeno cinque volte tanto se si conta l’indotto, ovvero lavanderie, fornitori, tecnici e professionisti vari che gravitano intorno al sistema ricettivo. Che fine farà questa occupazione se i ricavi continueranno a scendere?”

Secondo la Confcommercio, non esistono molte alternative: “o si crede che il turismo sia un motore importante per l’economia locale – ma allora si devono fare interventi incisivi per arrivare ad un piano strategico che comprenda lo sviluppo urbanistico della città e la formazione di una identità territoriale – oppure ci si convince che il turismo non può portarci nulla di buono – e allora bisognerà informarne le imprese che in questi decenni vi hanno investito ingenti risorse”.

Auspicabile secondo l’organizzazione di categoria anche la riforma della legge regionale sul turismo. “È necessario normare meglio le strutture ricettive, oggi ce ne sono troppe e per certe tipologie come gli affittacamere e i b&b è facile perdere il confine tra professionalità e no. Ma vorremmo anche da parte del Comune e di tutti gli organi preposti una lotta più decisiva contro l’abusivismo. Di strutture al nero ne esistono anche troppe, portano via lavoro alle imprese e inquinano il mercato.

“Se Arezzo saprà crearsi uno spazio sul mercato turistico, puntando su un vero progetto di destination management, allora gli alberghi non avranno più bisogno di svendersi. E con ricavi più congrui potranno tornare ad investire nelle ristrutturazioni, negli ammodernamenti, nella qualificazione del personale, potranno assumere di più senza ricorrere all’outsourcing. Con loro crescerebbe anche la destinazione Arezzo. Questo il nostro auspicio per il 2014”.

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