La morte alle Baleari continua a far parlare di se. Il Secolo XIX nell'edizione di oggi, fa nomi e cognomi, mettendo in primo piano anche la presenza di un testimone. Cosa accadde in quella camera d'albergo tra la giovane ligure e i due aretini? Una super testimone avrebbe riferito come la morte di Martina sia stata preceduta da urla fortissime che provenivano proprio dalla stanza 609 dell'hotel Santa Ana” di Palma de Maiorca dal cui balcone poi precipitò. “Perché – scrive il Secolo XIX - e non era mai stato svelato, i pantaloni e le scarpe della ragazza furono trovati sul terrazzo dell’albergo, è uno degli aspetti che inducono a pensare come la vittima stesse sfuggendo a un tentativo di violenza. E perché lei aveva una lesione a una falange che, secondo i medici, nulla c’entra con la caduta, ma era frutto di un’aggressione precedente”. Il giornale ligure prosegue poi nel ricostruire la morte della ventenne Martina Rossi, avvenuta il 3 agosto 2011. Per quel fatto sono indagati due ragazzi di Castiglion Fibocchi con l’accusa di tentata violenza sessuale in concorso, omicidio colposo, morte in conseguenza di altro reato e omissione di soccorso. Si tratta di un muratore di 23 anni e uno studente universitario ventiduenne. L’ipotesi è che abbiano cercato di abusare di Martina e che la ragazza, cercando di scappare, abbia tentato di passare da un balcone all’altro, precipitando. “Tra le testimonianze fondamentali del dossier messo insieme dalla famiglia della vittima – si legge sul Secolo XIX - assistita dall’avvocato Stefano Savi, e poi rafforzato dalle indagini della polizia italiana, la testimonianza del portiere di notte Olivier Guardiola: “Gli occupanti della stanza 611, confinante a quella della tragedia, una coppia con una figlia in giovane età, il giorno precedente si erano lamentati del forte odore di marijuana, mentre un altro aveva riferito che, contemporaneamente alla presenza della ragazza, aveva sentito gridare”. Le incongruenze nel racconto dei due aretini sono molte. Il muratore aretino avrebbe riferito di un lancio da parte di Martina delle proprie scarpe sul suo letto quindi nella stanza e dei pantaloni nel medesimo luogo. Tuttavia, dai verbali si evince come entrambi gli indumenti siano stati trovati sul pavimento del terrazzo la cui estensione, dalla portafinestra alla ringhiera, misura più di due metri. Adesso le indagini, tornando ad Arezzo, dovranno ripartire da capo. Gli elementi raccolti da Genova non sono pochi ma va capito come, una volta in possesso dei fascicoli, potrebbero volerci anche sei mesi, si orienterà la procura aretina.