Il MoVimento 5 stelle si oppone ad una nuova licenza escavazione nel territorio di Quarata e chiede
viceversa che inizi un serio percorso di confronto sul futuro di quel territorio, sulle possibilità di bonifica,
coinvolgendo tutti i soggetti interessati all’area istituzionali e privati ma, soprattutto, i cittadini. Provincia e
in primo luogo la Regione devono rivedere il Piano delle Cave in modo che ogni provincia toscana sia
autonoma dal punto di vista dell’estrazione di inerti e non viceversa, come adesso, che sia principalmente
Arezzo pagare un pesante tributo ambientale e sociale in favore di tutto il territorio toscano.
Negli ultimi due consigli comunali la giunta ha posto in votazione, senza riuscire a farlo, l’approvazione di
una concessione di scavo, per ulteriori 5.283 mq, a fronte dell’impegno della medesima concessionaria alla
“riqualificazione ambientale” di una porzione di terreno di 59.000 mq già scavata e che, nelle parole
dell’assessore Gasperini, presentatore della pratica, “si trova in una condizione di degrado ambientale sotto
il profilo socioeconomico, in quanto è in stato di abbandono, sia sotto il profilo idrogeologico, in quanto a
causa del dislivello del terreno si formano degli estesi ristagni di acqua”.
Prosegue Daniele Farsetti “il tanto evidenziato recupero consta, in realtà, solamente del riassetto della
scarpata lungo la Strada Setteponti, per quei tratti danneggiati, il riporto di terreno in modo da livellare la
superficie, la realizzazione del reticolo idraulico, oggi completamente assente, per il deflusso delle acque. La
depressione del terreno rimarrà tale e quale. Nessun ripristino dei terreni ai livelli ante scavi ne contributi
per bonifiche strutturali.”
Inutile ricordare che ormai da decenni la zona è deturpata da massivi scavi per l’estrazione degli inerti che
vengono utilizzati in edilizia e che tali estrazioni non sono al servizio del solo settore edile locale ma
vengono utilizzate per tutta la regione. Deve essere inoltre sottolineato che le concessioni già in essere non
sono esaurite. Il titolare della licenza potrà così ottenere ricavi, con un calcolo approssimativo, superiori al 1
milione di euro grazie alla ulteriore possibilità di estrazione di 30.000 m3 di inerti.
Aggiunge il consigliere del MoVimento 5 stelle “Se proprio dobbiamo ragionare in punta di regolamenti,
pensiamo che i proprietari dei lotti in oggetto sarebbero già obbligati a riportare a migliori condizioni quei
terreni, infatti ai sensi dell’art. 22 comma 1 del regolamento di polizia urbana che testualmente recita:
"Ogni terreno deve essere tenuto in ogni momento in buone condizioni di manutenzione e decoro da
parte di chi ne ha la disponibilità, con particolare riguardo alle sterpaglie e in condizioni igieniche buone
allo scopo di prevenire il proliferare di animali sgraditi o portatori di malattie." Quindi evitare il ristagno
dell’acqua, ed i consequenziali lavori di ripristino, era già, a nostro giudizio, obbligatorio per legge. Il
Sindaco potrebbe semplicemente emanare un’ordinanza e la cosa si risolverebbe senza ulteriori aggravi.”
Proprio su questo tema, la stessa maggioranza ha avuto al suo interno una profonda spaccatura, con un
consigliere che ha abbandonato l’aula dopo la pausa richiesta dal gruppo consiliare che sostiene il Sindaco
Fanfani, evidentemente bisognoso di riordinare le fila, evidenziando così la crisi politica, concretizzata poco
dopo con l’ennesimo nulla di fatto, e con la constatazione che il Partito Democratico ha esaurito la propria
spinta propulsiva per riuscire a governare la città.