Nella provincia di Arezzo interessa oltre quattromila imprese del settore alimentare e ristorazione, alle quali è destinato a stravolgere modalità di gestione dei flussi di cassa, rapporto coi fornitori e burocrazia dei contratti. È il cosiddetto “Decreto Liberalizzazioni”, che dal 24 ottobre scorso ha introdotto nuove regole per la vendita di prodotti agricoli ed agroalimentari, come l’obbligo della forma scritta per i contratti e l’obbligo di pagamento a 30 giorni per le merci deperibili.
A queste disposizioni in particolare, che stanno già avendo un fortissimo impatto sulle aziende (dai ristoranti alle botteghe alimentari, dai rivenditori di prodotti agricoli agli hotel), Confcommercio di Arezzo dedica un seminario di approfondimento giovedì prossimo (8 novembre), alle ore 14.30 presso la sede di via XXV Aprile. Aperto a tutti gli operatori, il seminario offrirà anche l’occasione di confrontarsi con un esperto in materia, l’avvocato Walter Caizzone del settore legislazione di impresa di Confcommercio Roma, che chiarirà tutti i dubbi e fornirà agli imprenditori indicazioni operative su come procedere nella loro attività.
“Con il Decreto Liberalizzazioni lo Stato entra in maniera pesante nella contrattazione privata”, sottolinea Massimiliano Micelli, responsabile delle categorie sindacali di Confcommercio, “non valgono più gli accordi, tanto meno quelli verbali, presi fra commercianti e fornitori, come avveniva finora. Si passa ad una formalizzazione assoluta che, oltre a creare ulteriore burocrazia, di fatto irrigidisce anche i rapporti umani e annulla la relazione di fiducia che da sempre contrassegna il rapporto tra fornitori e commercianti”.
La determinazione di tempi certi di pagamento, definiti in 30 giorni per le merci deteriorabili e 60 giorni per le merci non deteriorabili, secondo la Confcommercio non tiene in considerazione, ad esempio, che in virtù del momento difficile che i consumi stanno vivendo ci possono essere modi e tempi di pagamento diversi che le parti liberamente possono concordare di volta in volta, senza ovviamente venir meno agli obblighi assunti.
“È chiaro che la norma dei tempi certi di pagamento è nata per contesti ben diversi da quelli del piccolo commercio, dove da sempre la fiducia tra le persone vale più di mille contratti scritti. E se probabilmente ha un suo perché nell’ambito della grande distribuzione organizzata, nella rete distributiva tradizionale rischia solo di togliere ulteriormente il fiato ai piccoli negozi”, spiega il responsabile della Confcommercio. “Con il seminario di giovedì aiuteremo gli imprenditori a capire meglio cosa cambia nella gestione ordinaria del loro lavoro e nei rapporti coi fornitori. L’invito a partecipare è ovviamente esteso a quanti lavorano nell’ambito dei prodotti agricoli e alimentari”.