Lutto nel mondo sindacale aretino. Si è spenta all’età di 70 anni Adriana Sensi, per anni nella Cgil di Arezzo, nota per la sua lotta nell’ambito dell’occupazione femminile e per la salvaguardia della Lebole. Da tempo Adriana Sensi era malata. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte della redazione di Arezzooggi.
Cordoglio è stato espresso anche dal sindacato attraverso una nota che riportiamo:
Aveva vissuto intensamente, quasi di corsa. E altrettanto rapidamente ha salutato tutti. Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo maggio. Sarà un compleanno che Adriana Sensi non festeggerà. E’ scomparsa questa notte al termine di un’improvvisa malattia che non ha lasciato né scampo né tempo.
Il nome di Adriana Sensi è legato alla storia della Lebole e delle sue operaie. Vi entrò giovanissima, nel primo laboratorio creato ad Arezzo da Caterina Lebole. Divenne quindi delegata della Commissione Interna e del Consiglio di Fabbrica fino ad esserne la segretaria. Dirigente della più importante federazione di categoria del settore, la Filtea Cgil, fu la leader storica della leboline fino al suo pensionamento. Divenne quindi Segretaria Provinciale dello Spi, il sindacato pensionati della Cgil e poi dell'Auser regionale dove si è impegnata fino all’insorgere della malattia. Ha anche ricoperto incarichi istituzionali: consigliere provinciale nelle liste del Pci. Ha dedicato i suoi ultimi anni al volontariato, impegnandosi nelle sartorie dell’Auser e nel rapporto tra l’associazione ed Emergency. Si era recata più volte a Corleone, collaborando con i giovani nei terreni confiscati alla mafia. Aveva lavorato per diffondere il messaggio di legalità in Sicilia ma anche nelle scuole aretine. La sua attenzione alle scuole era costante: non solo in relazione alla legalità ma anche alla memoria e alla Resistenza. Un lungo e costante impegno nel sindacato e nel volontariato ma un amore mai sopito verso la “sua” fabbrica. Scrisse nel volume “La confezione di un sogno”, da lei fortemente voluto: “la Lebole, secondo me, ha rappresentato per tutte noi un’esperienza di vita che nessuna scuola ci avrebbe potuto insegnare… Non è stata solo una fabbrica ma una parte irrinunciabile della nostra vita”. Alla famiglia il cordoglio della Cgil e dello Spi.
Ed anche l'Arci ha voluto ricordare Adriana:
“…passati i miei primi momenti di terrore e spavento, mi sento serena e accompagnata in questo percorso da tanto amore e tanti amici”. Sono le ultime parole che ci ha regalato Adriana Sensi, dall’ospedale. Parole di una grande donna, che proprio oggi ci ha lasciati così, con una testimonianza di serenità, amore e amicizia.
Lei che per una vita si è battuta per le operaie della Lebole, poi per i pensionati della SPI CGIL e poi per l’Auser regionale, per Libera, l’Arci, con il progetto “LiberArci dalle Spine” per cui negli ultimi anni, Adriana aveva dedicato tempo, entusiasmo e passione, cucinando ai tantissimi ragazzi che, da tutta Italia, partecipavano ai campi di lavoro di Corleone: “L’aggregazione tra giovani e pensionati era uno degli obiettivi che lo SPI si era prefissato, ed è stato raggiunto”, raccontava della sua esperienza.
Adriana è sempre stata in prima linea, come quando s’incontrava con gli studenti delle scuole, insegnandogli e facendo valere la sua esperienza e i suoi valori, costruiti in una vita piena di stimoli e di storie da tramandare. Sono state tante le iniziative, gli appuntamenti, i progetti, in cui Adriana si è messa in gioco e ci ha aiutato a – come diceva lei – “gestire col cuore, con la testa e con l'intelligenza, capendo che le risorse umane sono la materia prima”.
A noi non piace celebrarla, semmai ci impegneremo a ricordarla. E ci ricorderemo a lungo di una donna che ci ha fatto da consulente, da amica, da volontaria, da ispiratrice. E alla fine, dopo aver imparato tanto da ogni capitolo della sua vita, come in quest’ultimo, è diventata il nostro esempio.
Un abbraccio sincero a tutti i suoi familiari. Ciao Adriana.
Un pensiero anche dal Comune:
Adriana Sensi è stata capace di sintetizzare due componenti fondamentali della società aretina. In primo luogo quella industriale e sindacale contribuendo alla nascita dell’organizzazione delle lavoratrici in Lebole e quindi affermando un ruolo centrale delle donne nelle strategie in difesa dell’occupazione. Lo ha fatto in anni difficili quando le donne si affacciavano per la prima volta alla fabbrica e ad un lavoro che non fosse quello domestico o nei campi; quando le operaie non avevano diritti ma solo doveri; quando era molto più difficile di quanto lo sia ancora adesso conciliare tempi di vita e di lavoro. Adriana Sensi è stata una donna capace di diventare leader non solo delle sue cinquemila compagne di lavoro ma anche di un sindacato forte e rappresentativo quale la Filtea Cgil. E in una fase storica nella quale i sindacati come i partiti lasciavano ben poco spazio alle donne. Adriana Sensi ha dedicato poi il suo impegno, senza mai risparmiarsi, ai suoi nuovi “colleghi” e cioè ai pensionati. Dirigente prima dello Spi Cgil e poi dell’associazione di volontariato Auser. In queste attività ha operato per l’affermazione di un nuovo welfare capace di valorizzare i ruoli dei pensionati e del volontariato. Donna dolce e forte allo stesso tempo, è stata esempio del solidale impegno nella società civile. E forte è stata la sua collaborazione con il Comune di Arezzo negli incontri che hanno contraddistinto i rapporti tra l’Ente e i sindacati pensionati. Alla madre, al figlio, ai fratelli e all’intera famiglia il cordoglio del Comune di Arezzo.
E dalla Provincia:
“Ci legavano stima ed affetto, oggi siamo tutti un po' più soli”, commenta Roberto Vasai. “Con Adriana Sensi ci lascia un pezzo storia del movimento operaio”. Così il Presidente della Provincia Roberto Vasai ricorda l'esponente sindacale della Cgil scomparsa in queste ore. “Adriana era una grande donna, coraggiosa e capace, che con lo stesso spirito che ha contraddistinto la sua vita ha affrontato anche la malattia che, purtroppo, l'ha sconfitta. Ci legavano stima ed affetto, ed oggi senza di lei siamo tutti un po' più soli”, conclude Vasai.