Continua l'operazione ''Vesper'' del Corpo Forestale dello Stato per il contrasto al traffico illecito di rifiuti. Questa volta il Nucleo operativo speciale è intervenuto ad Arezzo, in località San Zeno dove ieri mattina ha intercettato tre carichi di rifiuti speciali diretti in Valdichiana, Valdarno e Arezzo.
Il primo alt è stato intimato ad un autocarro carico di rottami metallici condotto da un macedone, il quale di fronte alla richiesta di fornire spiegazioni sul materiale trasportato, ha dichiarato agli agenti di essere un semplice privato cittadino, diretto verso un centro di recupero a seguito dello sgombero di un fondo di sua proprietà. Ma poiché questa è la giustificazione più comune in questo genere di trasporti, sono scattati i controlli analitici sui rifiuti che hanno evidenziato come si trattasse di scarti provenienti da lavorazione industriale del ferro, apparecchiature elettriche ed elettroniche, termosifoni, rottami in materiali misti, imballaggi, pannelli. Per questo è stato chiesto al conducente di fornire tutti i titoli autorizzativi trattandosi di un vero e proprio trasporto di rifiuti. Ma il macedone ha dichiarato di non avere alcuna autorizzazione perché mai conseguita. Tuttavia gli accertamenti condotti su strada dal Nos hanno evidenziato che l'uomo, contrariamente a quanto da lui stesso dichiarato, non era un privato bensi regolarmente iscritto alla Camera di Commercio come impresa individuale.Il mezzo è stato subito sequestrato e i rifiuti e affidati alla depositeria giudiziaria e contestualmente denunciato il macedone per gestione illecita di rifiuti. Adesso rischia fino a 2 anni di reclusione, la confisca del mezzo e un'ammenda fino s 26.000 euro.
Non sono mancati attimi di tensione, anche qui da manuale tipico del trafficante di rifiuti, che preso in flagranza di reato si è giustificato con disperazione prendendosela con gli agenti, cercando di passare da disperato costretto a fare quel mestiere per dare cibo alla propria famiglia. Ma se poi si va ad approfondire il guadagno netto mensile esentasse, scopriamo che riescono a portare a casa una media di 7000 euro mensili.
Il secondo veicolo ad incappare nei controlli, è stato un autocarro di una nota ditta aretina che strava trasportato rifiuti ferrosi verso un centro di raccolta del Valdarno. Questa volta dal punto di vista documentale sembrava tutto perfetto, autorizzazioni e formulario presenti che attestavano un semplice trasporto di rottami di ferro. Gli agenti del Nos sono quindi saliti all'interno del vano merci per verificare se quanto dichiarato corrispondesse a quanto realmente trasportato ed è a questo punto che è stato scoperto che nel materiale ferroso vi si trovavano apparecchiature elettriche ed elettroniche, forni, lavatrici, cavi elettrici, imballaggi misti, in sintesi un ingente quantitativo di rifiuti speciali non dichiarati ed occultati all'interno dei non pericolosi e che andavano allo smaltimento con una procedura ben diversa e di gran lunga meno onerosa di quella prevista. Per questo il conducente si è visto contestare direttamente su strada un verbale di oltre 3mila euro per formulario non corrispondente per tipologia e quantità ai rifiuti trasportati.
Poi è toccato ad un ''Ape'' intercettata in via Dante stracarica di rifiuti pericolosi e diretto verso un noto centro di recupero di Arezzo. Il conducente, un cinquantenne aretino, trasportava motori di veicoli, tubi di scarico, tubi per cantieri edili, apparecchiature elettriche ed elettroniche, imballaggi contaminati da sostanze oleose etc... all'atto del controllo dichiarava di aver ripulito un proprio fondo, ma poiché la natura e la concentrazione di detto materiale evidenziavano tutt'altra provenienza e considerato che il conducente non aveva alcuna autorizzazione al trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, scattava l'immediato sequestro del mezzo con affidamento ad una depositeria della Città di Arezzo e la contestuale denuncia del conducente per gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi. Anche lui rischia una condanna fino a 2 anni, la confisca del veicolo e un ammenda fino a 26.000 euro.