Alcolici ai minori, la Fipe Confcommercio raccomanda agli operatori di fare massima attenzione

Micelli: "Confermata massima collaborazione al questore"

11/02/2013
Attualità
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Dopo la riunione con il Questore di Arezzo, che si è svolta oggi (lunedì 11 febbraio), la Fipe-Confcommercio torna sulle regole che disciplinano la vendita di alcolici per raccomandare a tutti gli operatori di fare la massima attenzione. “L’abuso di alcol da parte dei giovanissimi, e non solo, sta assumendo risvolti pesanti anche nella nostra città”, ricorda il segretario provinciale di Fipe-Confcommercio Massimiliano Micelli , “è chiaro che si tratta di un fenomeno frutto di un disagio sociale più ampio, e che non sta certo a noi risolvere, ma per quanto è in nostro potere la categoria farà di tutto per cercare di arginarlo”. 
“Per questo”, prosegue Micelli, “abbiamo confermato la massima collaborazione al Questore e ci dichiariamo pronti a isolare eventuali scorrettezze da parte degli operatori, ai quali ricordiamo che secondo la legge vigente è possibile servire alcolici all’interno dei locali a chi ha già compiuto 16 anni, mentre è possibile venderli per asporto soltanto a chi ha superato i 18. E, per evitare qualsiasi problema, nei casi dubbi la legge obbliga a chiedere l’esibizione di un documento di identità, a meno che la maggiore età non sia manifesta”.“Purtroppo non sarà solo il rispetto di queste semplici regole a cambiare le cose, famiglia e scuola hanno in questo un ruolo certo più rilevante dei baristi. Ma è importante che tutti facciano qualcosa, per esempio sensibilizzando i giovani su tutti gli effetti dell’eccesso di alcol”, prosegue il responsabile della Fipe-Confcommercio aretina, che conta sul territorio provinciale circa mille iscritti. “Al proposito, va ricordato che la legge impone anche l’obbligo di esporre in maniera ben visibile dentro a bar, ristoranti, pub e discoteche le tabelle alcolimetriche, oltre a quello di dotarsi di etilometri per i clienti che ne facciano richiesta”.“Vero è che, mentre quanto avviene nei pubblici esercizi è facilmente monitorabile, vi sono realtà più nascoste che sfuggono da qualsiasi controllo, come i locali abusivi o le feste private, dove l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti è la regola. Anche lì le forze dell’ordine sono chiamate ad intervenire con rigore. Solo così il giro di vite contro l’alcol potrà dirsi completo”, conclude Micelli.

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