Proseguono gli incontri delle Conferenze zonali dei sindaci per l’esame del piano operativo di riordino dei servizi sanitari locali. Un piano che la Asl ha predisposto a seguito delle manovre di contenimento della spesa varate dal governo e, successivamente, dalla Regione Toscana, e che dovrà essere approvato entro i primi di marzo.
Oggi il documento è stato presentato dal direttore generale della Asl ai sindaci dell’Area aretina (Arezzo, Capolona, Subbiano, Castiglion Fibocchi, Civitella e Monte San Savino). Per il comune di Arezzo era presente l’assessore alle Politiche Sociali, Lucia De Robertis. “A fronte del preventivato taglio al bilancio 2013 (forse contenuto sui 20/22 milioni, rispetto ai 34 annunciati), non abbiamo in programma alcun taglio di servizi e strutture, ha detto subito Desideri, poiché le linee di indirizzo regionali e la nostra proposta poggiano su azioni che non incideranno sui livelli di assistenza ai cittadini”.
La salute si cura prima di tutto nel territorio. “La popolazione invecchia, le malattie croniche aumentano e le risposte a queste esigenze possono arrivare solo da un rafforzamento dell’assistenza sul territorio, ha sottolineato Desideri. Un rafforzamento dei servizi distrettuali e, soprattutto, un nuovo ruolo dei medici di famiglia, sempre più attori protagonisti della rete assistenziale, attraverso le forme organizzative delle AFT (Associazioni funzionali territoriali) e delle UCCP (unità complesse di cure primarie”.
Le prime, le AFT, sono un insieme di professionisti, a cui sarà affidata la tutela della salute della popolazione di riferimento. Nell’Area aretina ne sono previste 5, ognuna composta da circa 20 medici di medicina generale (Mmg) e 5-6 medici di continuità assistenziale (meglio conosciuti come guardia medica). Le UCCP, ha spiegato ancora il direttore generale, si identificano con il sistema delle Case della Salute. Cinque, quelle previste a regime nella zona aretina: accanto a quelle già operative di Civitella e Subbiano, nel corso del 2013 è prevista l’apertura di due ulteriori strutture ad Arezzo città e un’altra a Monte San Savino. Qui i medici di famiglia andranno ad integrarsi con gli altri operatori sanitari (infermieri, specialisti, amministrativi, personale sociale), con l’obiettivo di fronteggiare, prima di tutto, le malattie croniche, in tutte le loro varianti.
La sanità d’iniziativa. E’ quella che non aspetta i cittadini nella soglia dell’ospedale, ma gli va incontro prima che le patologie insorgano o si aggravino. In questo contesto, saranno assegnati ai medici di famiglia obiettivi specifici e verranno pagati in base ai risultati ottenuti. “Un contributo importante da parte dei medici di famiglia, ha detto ancora Desideri, lo attendiamo sul versante del contenimento delle liste di attesa, attraverso una più attenta appropriatezza prescrittiva delle prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, nonché nella prenotazione diretta”.
In ospedale solo se necessario, nel segno dell’appropriatezza.
Di pari passo con il potenziamento dei servizi sanitari, secondo quanto indicato dalla Asl, si dovrà procedere ad una riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale, anche questa ispirata ad una maggiore qualità ed appropriatezza delle cure. “Confermiamo il ruolo primario in termini di innovazione, sviluppo e qualità assegnato al presidio ospedaliero San Donato, sia in sede locale che regionale, ha detto Desideri. Non ci sono all’orizzonte riduzioni di organici o di posti letto ma, come per tutti gli altri presidi, cercheremo di migliorarne l’efficienza aggiornando e potenziando i modelli per intensità di cura: in ospedale si va solo quando necessario e per il tempo minimo indispensabile”. A conferma delle sue dichiarazioni, Desideri ha ricordato che la Asl ha già provveduto a richiedere alla Regione Toscana l’autorizzazione a bandire i concorsi per alcuni primariati resisi vacanti nel corso dell’anno (medicina interna, neurologia,pediatria, medicina nucleare, psicologia, ed altri). Conferme anche sul fronte della chirurgia robotica che, numeri alla mano, si colloca tra i primi posti in ambito europeo. In dirittura d’arrivo anche il pieno riconoscimento operativo per la nostra Neonatologia, mentre prosegue il progetto ‘Ospedale verde’, fondato sull’utilizzo di fonti rinnovabili e tecnologie per l’efficienza energetica. Tra le razionalizzazioni previste, Desideri ha citato l’accorpamento sul San Donato della Guardia attiva chirurgica (per gestire tutte le urgenze con un team che comprende i migliori professionisti), il previsto accorpamento delle attività laboratoriali, il passaggio da 10 a 9 delle guardie mediche notturne in ospedale.
L’emergenza urgenza. La novità principale sotto questo fronte, ha spiegato Desideri, è quella della realizzazione di una Centrale Operativa del 118 a livello di Area Vasta. “Credo che la nostra Azienda abbia tutte le carte in regola per ospitare la futura centrale di area vasta, ha detto Desideri, e stiamo lavorando in questa direzione, ma sarà la Regione a dire l’ultima parola. In ogni caso, si tratta di una riorganizzazione che andrà ad ottimizzare le fasi di gestione delle chiamate e degli interventi di emergenza, senza incidere minimamente sugli attuali livelli di risposta e nella dislocazione locale dei punti di soccorso”.
La continuità assistenziale (ex guardia medica). A conclusione dell’incontro, Desideri ha voluto precisare che il servizio non sarà ridotto ed anzi migliorerà. Dal primo marzo ci sarà un numero unico centralizzato che gestirà il rapporto con il medico impegnato sul territorio, attraverso la dotazione di un telefono cellulare. Questo consentirà di avere sempre una risposta, evitando inutili attese. E i medici di continuità assistenziale, inoltre, saranno collegati con le banche dati del medico di famiglia, avendo così un quadro sanitario di riferimento del paziente”.
A conclusione dell’incontro, l’assessore De Robertis, a nome della Conferenza dei Sindaci, ha espresso la propria soddisfazione per i contenuti del piano di riorganizzazione presentato dalla Asl. “Soddisfazione, ha detto l’assessore, soprattutto per gli impegni sul potenziamento dei servizi territoriali, sul coinvolgimento dei medici di famiglia e per la volontà di integrazione delle politiche socio-sanitarie. Sul fronte ospedaliero, la De Robertis ha particolarmente apprezzato le richieste avanzate dalla Asl alla Regione Toscana per la copertura dei primariati vacanti e per la realizzazione in sede locale della Centrale Operativa 118 di Area Vasta”.