Correva l'anno 1276 e quello di Arezzo fu il primo conclave della storia. Un primato citato anche questa mattina, su Rai1, in occasione della diretta dell'apertura del 75esimo conclave, che segue alle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Ma cerchiamo di capire che cosa avvenne esattamente ad Arezzo. E per farlo dobbiamo tornare indietro nel tempo.
Cum clave, cioè chiuso a chiave. E’ questa la parola usata per indicare sia il luogo chiuso in cui avviene l’elezione del Papa sia il complesso dei cardinali che lo eleggono. Ma nella storia del cristianesimo, il Papa non è stato sempre eletto nel modo che conosciamo oggi. Per i primi 1.200 anni circa, il successore di Pietro, in quanto vescovo di Roma, veniva eletto con il coinvolgimento della comunità locale. Con il diffondersi della fede cristiana si verificarono dei cambiamenti. Dal IV all’XI secolo, ci fu il problema degli influssi di imperatori romani, carolingi, imperatori tedeschi,che tentarono in vario modo di controllare l’elezione del Pontefice.. Si sentì, dunque, l’esigenza di un cambiamento, che portò ad effettuare via via, attraverso i secoli, quelle modifiche che disegnarono il Conclave così come è oggi. Il primo ad intervenire in questo senso fu Nicolò II nel 1059 con la bolla “In nomine Domini” , in cui definì che solo i cardinali potevano eleggere il Romano Pontefice. A ratificarlo definitivamente fu però la Costituzione “Licet de vitanda” promulgata da Alessandro III nel 1179, nella quale fu introdotta anche la necessità della maggioranza dei due terzi dei voti.
Ecco però un altro problema: il prolungarsi della Sede vacante, che culminò con il celebre episodio di Viterbo. Era il 1268 quando 18 cardinali si riunirono nel Palazzo papale della città laziale ma non riuscirono a trovare un accordo. Dopo molto tempo senza nulla di fatto, i viterbesi decisero di chiudere i cardinali nel Palazzo, murando le porte, poi arrivarono a rimuovere il tetto e persino a dare da mangiare ai cardinali solo pane e acqua. Dopo più di due anni e 9 mesi si arrivò ad eleggere Gregorio X, che fra l’altro non era cardinale ma arcidiacono di Liegi e in quel momento si trovava in Terra Santa. Memore dell’esperienza, Gregorio X mise mano alla questione e nel 1274 promulgò al Costituzione “Ubi pericolo” che istituiva ufficialmente il Conclave. Dopo la morte del Papa, si davano 10 giorni ai cardinali per riunirsi. Si stabilì, tra l’altro, che il Conclave dovesse tenersi in un luogo chiuso a chiave sia dall’interno e dall’esterno. E dopo un certo numeri di giorni si dimuniva il pane e l'acqua.
Il primo Conclave della storia fu quello di Arezzo nel 1276 con l’elezione di Innocenzo V. Ma già due anni dopo la loro approvazione, prima Adriano V e poi Giovanni XXI abolirono queste regole e ricomparve così la problematica delle Sedi vacanti. Celestino V ristabilì, quindi, le norme del Conclave, riconfermate dal suo successore, Bonifacio VIII, e da allora seguite fino ad oggi seppur con alcune modifiche. Nel 1621 Gregorio XV introdusse l’obbligo del voto segreto e scritto. Nel 1904 Pio X proibì il preteso diritto di esclusiva, in qualsiasi forma, in base al quale alcuni sovrani cattolici, specialmente nel ‘600 e ‘700, avevano cercato di arrogarsi il diritto di porre il veto sull’elezione di una persona. Dopo la guerra, nel 1945 viene promulgata da Pio XII la Costituzione “Vacantis Apostolicae Sedis” che presenta alcune novità. La legislazione oggi in vigore è la “Universi Dominici Gregis”, del 1996, voluta da Papa Giovanni Paolo II che stabilisce che il Conclave si deve tenere nella Cappella Sistina, i cardinali devono risiedere nella casa Santa Marta e vengono soppressi gli altri due modi di elezione: per acclamazione o ispirazione e per compromesso.
Oggi il Conclave è regolato da questa Costituzione apostolica seguita dai due Motu Proprio di Benedetto XVI: quello del 2007, “De Aliquibus Mutationibus in Normis de Electione Romani Pontificis”, prevede che dopo i 34 scrutini i cardinali possano scegliere un altro tipo di votazione, ovvero votare i cardinali che hanno ricevuto più voti nella precedente elezione, ma in ogni caso per essere eletti serviranno i due terzi dei voti. Resta confermato il periodo di attesa di 15 giorni prima dell’inizio del Conclave ma con il Motu Proprio del 22 febbraio di quest’anno, “Normas nonnullas", Benedetto XVI ha stabilito che il Collegio dei Cardinali possa anticiparne l’inizio se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori. Il Conclave che si è aperto oggi porta all’elezione del 265mo Successore di Pietro.