"Il sindaco dovrebbe pensare alla manutenzione delle strade più che a quella della sua Giunta". Una frase breve ma carica di significato che rappresenta il succo della conferenza stampa tenuta stamani dal Pdl nella Sala Rosa del Palazzo Comunale. E' stato il capogruppo in Consiglio Comunale Francesco Francini a fare la premessa politica: “La città e le sue strade sono ridotte malissimo. Come opposizione responsabile ci stiamo dando da fare per questa città fin dall'inizio del mandato: un anno fa proponevamo una Imu sulla prima casa la cui aliquota fosse minima per agevolare le famiglie, abbiamo iniziato la battaglia per non fare finire Arezzo sotto Siena, dopo tutti si sono accodati, promosso il Consiglio Comunale aperto sulla crisi edilizia da cui è nata anche la revisione del Regolamento Urbanistico, migliorato ulteriormente da alcuni nostri emendamenti. Il problema vero della città è che manca il governo: l'ultimo Consiglio Comunale, a fronte dell'intervento del presidente Luciano Ralli, ha dimostrato che il partito del Sindaco, il Pd, è in fibrillazione. Nel frattempo, abbiamo assessori che scappano, un'apertura al Movimento 5 Stelle, poi la chiusura, una strizzatina d'occhio a Sel con il lancio di un nome d'area ben definito, Francesco Romizi, per la Giunta. Un balletto continuo che non giova ai cittadini. Intanto le priorità non esistono, si continua a dare finanziamenti ad associazioni quando non esistono più le disponibilità economiche come un tempo. Per l’amore che ci lega alla città, siamo pronti a votare in aula atti e provvedimenti che mettano al primo posto la manutenzione di Arezzo e delle sue strade, i lavori pubblici a oggi incompiuti e a farsi promotori di atti forti verso il governo nazionale che allenti il patto di stabilità per poter finanziare i lavori e pagare quelle ditte che attendono da mesi di essere saldate dalla pubblica amministrazione”.
Alessio Mattesini ha poi mostrato delle immagini che mostravano le opere incompiute e le opere non funzionali: “un giro per Arezzo dimostra uno stato pietoso delle strade ma anche cantieri aperti di opere ferme e incompiute. Le vogliamo mostrare dopo che sono state oggetto di nostre interrogazioni: i boulevard da fiore all'occhiello sono diventati groviera. Viale Michelangelo è buona per la pesca: di voragini piene d'acqua se ne contano molte. In Piazza Guido Monaco e a Saione, lasciamo perdere. Ogni tanto compaiono alcuni operai che gettano asfalto a freddo che alla prima ondata di pioggia si squaglia. E veniamo alle opere: parcheggio Mecenate. C'è un piano per valorizzarlo? Sì, no, forse... intanto è vuoto. Le scale mobili: l'ufficio turistico ad Arezzo è in piazza del Comune per cui i turisti dovrebbero raggiungerlo tramite queste. Sono bloccate da mesi e quasi sempre quelle per salire. Le perle proseguono con il Teatro Tenda: 850.000 euro per tagliare un nastro e buonanotte. Stessa cosa per il Petrarca con una festa di inaugurazione fatta in campagna elettorale e poi lasciato lì”. Ha preso poi la parola Roberto Bardelli, sempre sullo scorrere delle immagini: “proseguirei con la Casa delle culture, ad aprile 2012 doveva essere finita. Ci siete mai entrati? Eclatante il caso del Teatro Petrarca: si sa soltanto che sono stati buttati 1.800.000 euro per lavori la cui fine è impossibile prevedere. È stata fatta la festa, sotto campagna elettorale, a uso e consumi di amici e amici degli amici, per inaugurare non l'opera ma l'inizio dei lavori: un caso di scuola da sottoporre all'attenzione del mondo intero perché mai accaduto. Logge del grano: un'altra struttura promessa. Poi c'è una cosa quasi impronunciabile: Gold & Fashion Building. Neanche fossimo a New York. Costa 974.000 euro. Questi soldi ci sono, sono stati spesi, dove sono finiti?”. Infine Gianni Cantaloni: “trovare una buca a 30 chilometri all'ora, non è lo stesso che trovarla a 80. E tante buche ci sono nelle strade in uscita dalla città dove la velocità è maggiore che in centro. Le risposte di Dringoli alle nostre interrogazioni sono tali da far dire che è stato smantellato un servizio di pronto intervento che consentiva alla gente di segnalare un pericolo. Ora lavorano solo ditte esterne con tempi e modi propri. Senza considerare quando vengono pagate dall'amministrazione. Se avesse un minimo di coscienza politica, Dringoli dovrebbe lasciare la delega alla manutenzione. Il problema a monte poi è del Sindaco, rimasto l'uomo solo al comando, pieno di deleghe senza la possibilità quotidiana di occuparsi dei problemi. A ben vedere, è questo il vero e più grande problema”.