Ermanno Scervino protagonista al Pietro Aretino

Il grande stilista ospite d'onore del convegno "Est-etica. Dalla bellezza al benessere"

Lucrezia Lombardo
18/03/2013
Attualità
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L’ incidenza che nella nostra società hanno le immagini cresce esponenzialmente. Se questo sia un bene o un male resta da vedere, di certo il consumismo mass-mediatico ha determinato una trasformazione dell’auto-percezione dei corpi, specie di quello femminile.  “” è il convegno che si è svolto ad Arezzo, presso il teatro Pietro Aretino, lunedì 18 Marzo. Tra gli ospiti, Ermanno Scervino, celebre stilista, che ha parlato di una moda senza età, capace di esaltare il corpo femminile  -non meno di quello maschile-, ma anche di una moda abbandonata dalla politica, che non considera l’alta percentuale di occupazione offerta dal settore del tessile in Italia.  In questo modo -sostiene Scervino- uno dei settori trainanti della nostra economia viene trascurato e non è sufficientemente valorizzato. Tra i presenti, Beppe Angiolini, presidente della Camera italiana Buyer Moda, Liletta Fornasari, critico d’arte e la Professoressa Sara Piccolo Paci che ha spostato il dibattito su un piano più teorico, riflettendo sull’evoluzione delle rappresentazioni del corpo femminile e sull’incidenza che tutto questo ha avuto nell’ambito della moda. Da mettere in evidenza, a questo proposito, il ruolo centrale rivestito dalla moda nell’immaginario collettivo. Sempre di più, infatti, i canoni che oggi fondano il “bello” sono proposti dalle passerelle, che spesso però esaltano corpi femminili innaturali, anoressici e consunti. Come per ostentare un’ auto-disciplina che diventa emblema del trionfo, in una società opulenta che, però, oggi è in crisi. Forse, in tempo di crisi, anche la moda dovrebbe maggiormente guardarsi intorno e anziché valorizzare il proprio elitarismo, dovrebbe assumersi delle “responsabilità” maggiori, dato il potere che oggi hanno le immagini di influenzare socialmente i corpi. Una  moda che produce corpi anoressici, patologicizzando il corpo femminile, di certo non è un buon esempio. Largo spazio invece a quella moda che sa farsi veicolo di canoni “estetici-altri”, che promuovano un’ auto-accettazione del corpo femminile, in modo tale che le donne possano sentirsi finalmente libere dal gravame estetico che mai come oggi le imprigiona.

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