Giovani e lavoro, come cambia l'apprendistato

Su iniziativa della Confcommercio in collaborazione con le agenzie formative delle parti sociali (Cgil, Cisl e Uil), mercoledì alle ore 15 un seminario

09/04/2013
Attualità
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Incentivare l’apprendistato professionalizzante per favorire l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro lavoro. È con questo obiettivo che la Confcommercio di Arezzo, in collaborazione con le agenzie formative delle parti sociali Cgil, Cisl e Uil, realizza mercoledì prossimo (10 aprile) presso la sede di via XXV Aprile 12 un seminario gratuito rivolto ad imprenditori, commercialisti e consulenti del lavoro sulle novità introdotte in materia dal Decreto Legislativo 167/2011. I lavori, moderati dal vicedirettore della Confcommercio Catiuscia Fei, si apriranno alle ore 15. Interverranno Emanuele Scali, responsabile area lavoro di Confcommercio Toscana; Paolo Grasso, dirigente della formazione professionale della Provincia di Arezzo, CHE parlerà a proposito della formazione esterna all’azienda, mentre di quella interna si occuperà Monia Vincioni, responsabile area apprendistato per la Confcommercio aretina. “L’entrata in vigore del Testo Unico dell’apprendistato”, spiega Catiuscia Fei, “ha trasformato radicalmente diversi aspetti di questa tipologia contrattuale, per esempio oggi la responsabilità della formazione dell’apprendista, che va certificata, è tutta in capo al datore di lavoro, pena pesanti sanzioni pecuniarie. Il timore è che queste novità possano scoraggiare alcuni imprenditori dal ricorrere all’apprendistato, che invece è uno strumento fondamentale per avvicinare i giovani alle aziende in maniera morbida. Per questo è importante spiegare che in realtà le cose sono più facili di quanto sembrano”. "In un Paese in cui quasi quattro giovani su dieci di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati, c’è sempre più bisogno di puntare su modelli contrattuali che facilitino l’occupazione giovanile. Modelli che tutelino sia il giovane, che ha diritto ad imparare i compiti che gli vengono affidati, sia l’azienda che investe tempo e denaro nella sua formazione per risultati che non sono subito tangibili, ma hanno bisogno di una proiezione nel futuro”. “L’ideale”, prosegue la Fei, “sarebbe sostenere ancora di più, con sgravi fiscali ed altri incentivi, le imprese che puntano sui giovani. Il rischio altrimenti è che chi è al primo impiego, senza esperienza né conoscenze specifiche, venga visto solo come una voce di costo e magari scartato a priori per lavoratori più esperti e capaci di dare risultati sul breve tempo”. Non è un caso se negli ultimi due-tre anni, in cui le assunzioni sono diminuite in tutti i settori economici, quelle dei giovani siano diventate ancora più esigue. “Nel biennio 2011-2012 l’apprendistato professionalizzante ha comunque registrato buoni risultati in provincia. Confcommercio, sempre in collaborazione con le agenzie formative dei sindacati Cgil Cisl e Uil, ha erogato oltre 2.200 ore di formazione esterna affiancando le aziende nella preparazione di un totale di circa 400 apprendisti e 300 tutor aziendali solo nel terziario. Segno che ancora diverse imprese sono disposte a scommettere ancora sui giovani con serietà e impegno”.

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