- Le emorragie digestive interessano nella nostra provincia fra 500 e 600 persone ogni anno. Una patologia importante, della quale oggi si conoscono le origini, le cure preventive e le cure in fase acuta e critica. la nostra provincia da sempre è allâavanguardia in questo settore grazie anche alla presenza di professionisti che negli anni hanno saputo affinare le loro conoscenze e la loro pratica. La Regione Toscana ha recentemente adottato le nuove âlinee guida sulle emorragie digestiveâ alla cui stesura ha direttamente e fattivamente portato il suo contributo il gruppo di lavoro aretino guidato da Fabrizio Magnolfi Direttore Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. E proprio Magnolfi presiederà dopodomani, venerdi 14 giugno, la giornata di studio e confronto organizzata allâAuditorium Pieraccini con lâillustrazione di queste linee guida e la presentazione della casistica e delle soluzioni individuate alle quali adesso si dovrà dare piena attuazione a livello regionale. I lavori, che occuperanno lâintera giornata, vedono la partecipazione diretta di una lunga serie di figure professionali impegnate in questa area di intervento ( dalla prevenzione, allâemergenza, dalla diagnostica alla cura) e delle strutture dirigenziali della Asl8 come dei responsabili delle reti regionali di questa area.
Le emorragie digestive rappresentano unâevenienza sempre più frequente che impegna pesantemente le strutture sanitarie. In particolare sono in aumento le emorragie digestive correlate al consumo crescente di farmaci antinfiammatori non steroidei e di antiaggreganti piastrinici, soprattutto in età avanzata. La mortalità per emorragia digestiva superiore è ancora particolarmente elevata nei soggetti anziani e con comorbidità , raggiungendo anche il 10-14% delle persone colpite, ed il sanguinamento da varici esofagee comporta una mortalità media del 20% entro sei settimane dallâepisodio emorragico. Siamo quindi di fronte ad una patologia di particolare gravità e, come abbiamo visto in premessa, anche di notevole diffusione.
Il secondo aspetto riguarda il corretto impiego delle risorse, che deve essere proporzionato al quadro clinico e allâentità del sanguinamento, evitando sia sprechi che carenza dâinterventi.
Le nuove linee guida ripropongono infatti la necessità di unâorganizzazione dedicata a far fronte a tali evenienze, a livello regionale, di Area Vasta e di singola Azienda, che si articoli nellâambito di una Rete. Tale organizzazione dovrebbe realizzarsi attraverso delle Unità per emorragie digestive cui partecipano infermieri appositamente addestrati, gastroenterologi, chirurghi, anestesisti, radiologi interventisti, secondo un modello di approccio multidisciplinare e multiprofessionale. Eâ chiaro che in queste âbleeding Unitâ lâendoscopia digestiva gioca un ruolo chiave e risulta cruciale definire il corretto timing del ricorso a questa metodica. In particolare lâendoscopia digestiva in urgenza può consentire di dimettere precocemente la maggior parte dei pazienti con evidente beneficio per il paziente stesso e con risparmio nella spesa sanitaria e di predisporre il ricovero ordinario solo per quelli ad alto rischio.
Queste linee guida, oltre a rappresentare un riferimento certo per tutti gli operatori della Sanità toscana, devono aiutare medici e pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate, e possano essere contestualizzate nelle singole realtà aziendali favorendo lâelaborazione di percorsi diagnostico-terapeutici che tengano conto delle strutture e delle professionalità localmente presenti.
La giornata di lavoro di venerdì, va in questa direzione, coinvolgendo davvero tutte le figure che in una fase o nellâaltra si trovano ad operare con cittadini interessati da questa patologia.