Emorragie digestive, ecco le nuove Linee Guida Regionali

Venerdì giornata di studio e Confronto al san Donato. Patologia che interessa seicento aretini all’anno

12/06/2013
Sanità
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- Le emorragie digestive interessano nella nostra provincia fra 500 e 600 persone ogni anno. Una patologia importante, della quale oggi si conoscono le origini, le cure preventive e le cure in fase acuta e critica. la nostra provincia da sempre è all’avanguardia in questo settore grazie anche alla presenza di professionisti che negli anni hanno saputo affinare le loro conoscenze e la loro pratica. La Regione Toscana ha recentemente adottato le nuove “linee guida sulle emorragie digestive” alla cui stesura ha direttamente e fattivamente portato il suo contributo il gruppo di lavoro aretino guidato da Fabrizio Magnolfi Direttore Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. E proprio Magnolfi presiederà dopodomani, venerdi 14 giugno, la giornata di studio e confronto organizzata all’Auditorium  Pieraccini con l’illustrazione di queste linee guida e la presentazione della casistica e delle soluzioni individuate  alle quali adesso si dovrà dare piena attuazione a livello regionale. I lavori, che occuperanno l’intera giornata, vedono la partecipazione diretta di una lunga serie di figure professionali impegnate in questa area di intervento ( dalla prevenzione, all’emergenza, dalla diagnostica alla cura) e delle strutture dirigenziali della Asl8 come dei responsabili delle reti regionali di questa area.  
  
Le emorragie digestive rappresentano un’evenienza sempre più frequente che impegna pesantemente le strutture sanitarie.  In particolare sono in aumento le emorragie digestive correlate al consumo crescente di farmaci antinfiammatori non steroidei  e di antiaggreganti piastrinici, soprattutto in età avanzata. La mortalità per emorragia digestiva superiore è ancora particolarmente elevata nei soggetti anziani e con comorbidità, raggiungendo anche  il 10-14% delle persone colpite, ed il sanguinamento da varici esofagee comporta una mortalità media del 20% entro sei settimane dall’episodio emorragico. Siamo quindi di fronte ad una patologia di particolare gravità e, come abbiamo visto in premessa, anche di notevole diffusione.

Il secondo aspetto riguarda il corretto impiego delle risorse, che deve essere proporzionato al quadro clinico e all’entità del sanguinamento, evitando sia sprechi che carenza d’interventi.
Le nuove linee guida ripropongono infatti la necessità di un’organizzazione dedicata a far fronte a tali evenienze, a livello regionale, di Area Vasta e di singola Azienda, che si articoli nell’ambito di una Rete. Tale organizzazione dovrebbe realizzarsi attraverso  delle Unità per emorragie digestive  cui partecipano infermieri appositamente  addestrati, gastroenterologi, chirurghi, anestesisti, radiologi interventisti, secondo un modello di approccio multidisciplinare e multiprofessionale. E’ chiaro che in queste “bleeding Unit” l’endoscopia digestiva gioca un ruolo chiave e risulta cruciale definire il corretto timing del ricorso a questa metodica. In particolare l’endoscopia digestiva in urgenza può consentire di dimettere precocemente la maggior parte dei pazienti con evidente beneficio per il paziente stesso e con risparmio nella spesa sanitaria e di predisporre il ricovero ordinario solo per quelli ad alto rischio. 

Queste linee guida, oltre a rappresentare un riferimento certo per tutti gli operatori della Sanità toscana, devono aiutare medici e pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate, e possano essere contestualizzate nelle singole realtà aziendali favorendo l’elaborazione di percorsi diagnostico-terapeutici  che tengano conto delle strutture e delle professionalità localmente presenti. 
La giornata di lavoro di venerdì, va in questa direzione, coinvolgendo davvero tutte le figure che in una fase o nell’altra si trovano ad operare con cittadini interessati da questa patologia.

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