Centrale a Biomasse a Chitignano. Mentre il Comitato cittadino annuncia battaglia, Più Toscana presenta interrogazione in Regione

"A supporto delle giuste preoccupazioni della cittadinanza"

17/06/2013
Casentino
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Il Comune di Chitignano ha autorizzato in procedura PAS (Procedura Abilitativa Semplificata) la costruzione di un impianto a biomasse in una delle zone più pregevoli dell'abitato di Chitignano a ridosso della Chiesa parrocchiale, di una scuola materna e di un pregevole complesso monumentale di periodo medievale. Per questo, un Comitato di cittadini è nato spontaneamente per dire no al progetto della centrale al Poggiolino. Nel frattempo, il gruppo Più Toscana in Consiglio regionale, «a supporto delle giuste preoccupazioni della cittadinanza», ha presentato un'interrogazione a risposta scritta per conoscere a fondo le caratteristiche dell'impianto della ditta GMP Bioenergy, che ha già presentato richieste di costruzione di centrali a biomasse anche a Talla e ad Umbertide (PG). È da notare che nel solo territorio provinciale aretino, al giugno 2012, erano stati autorizzati 17 impianti a biomasse non ancora a regime: 6 in località Renaia (Cortona), 1 in località Ferretto (Cortona), 1 in località Ritorto (Cortona), 6 in località Renzino (Foiano della Chiana), 1 in località Monsoglio (Laterina), 1 in località Levane (Montevarchi) e 1 a Terranuova Bracciolini, oltre all'impianto in località Rigutino (Arezzo).

«Visto ciò che è stato deciso dal Comune di Umbertide, che ha assunto una posizione più restrittiva sugli impianti a biomasse - ammette il consigliere regionale Gian Luca Lazzeri -, mi sarei aspettato dall'Amministrazione di Chitignano una valutazione più critica sul progetto della GMP Bioenergy». La preoccupazione di Lazzeri verte soprattutto sulle «giuste osservazioni dell'Arpat così come verbalizzate nella Conferenza di Servizi. Infatti, emerge dai verbali che le emissioni ci sono e per quello che riguarda gli ossidi di azoto e loro miscele (NOx) e di polveri si satura il quadro emissivo previsto dalla normativa vigente. Elemento di ulteriore preoccupazione è che, per l'emissione E1, l'Arpat ha indicato un tenore di ossigeno pari all'11%, mentre la Provincia ha confermato quanto proposto dall'azienda, ovvero una percentuale del 17%. Peccato che questo limite sia quello di una vetusta Legge regionale del 1994 quando la tutela dell'ambiente e della salute era affrontata con conoscenze tecniche e attenzioni politiche ben diverse da quelle di oggi. Si evidenzia anche che ci sia un recente decreto ministeriale del 2012 che prescrive l'11%». Perplessità di Lazzeri anche su tutto il sistema del monitoraggio «sostanzialmente tutto gestito dalle aziende».

Ultima perplessità sposata dal gruppo Più Toscana, ma anche emersa in sede di Conferenza di Servizi, «è il fatto che su tipi di insediamenti industriali così delicati si operi con Procedura Abilitativa Semplificata, mentre su queste cose non deve essere semplificato un bel niente. Esiste un evidente vuoto normativo e la Regione Toscana è colpevole di non averlo colmato. E questo non lo dice solo il gruppo Più Toscana, ma lo disse nel 2012 il Presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, lamentando che l'Amministrazione provinciale è costretta a regolamentare una materia priva di una normativa aggiornata, anche alla luce dell'evoluzione tecnologica. Intanto, domani (martedì 18 giugno) ci sarà un'assemblea che si preannuncia infuocata e su questo punto mi chiedo perché l'Amministrazione comunale di Chitignano non abbia aperto una fase di confronto con la cittadinanza antecedente all'approvazione formale dell'intervento. Infine - conclude Lazzeri -, aggiungo alcune domande per il sindaco di Chitignano: a fronte di tutte le conseguenze negative che porta un insediamento di questo tipo, quanti saranno i nuovi lavoratori di questa centrale? Il Comune ha qualche vantaggio economico nell'ospitare questo impianto come è invece notorio in caso di ospitalità di impianti di potenza maggiore?».

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