Si può mettere in scena uno spettacolo come “Green Porno” sul sagrato di una chiesa? Tradotto: si può fare cultura sul sagrato di una chiesa? O ancora: di chi è il sagrato di una chiesa?
L'intervento dell'Arcivescovo di Arezzo, Monsignor Riccardo Fontana, va a gamba tesa su tutte queste domande, e le sue risposte sono chiare: “no” alla prima domanda, “ni” alla seconda e “mio” alla terza.
Le mie, di risposte, sono invece molto più articolate, ma partono dal presupposto di aver visto lo spettacolo, averlo apprezzato in molte sue parti e, soprattutto, non averci trovato niente di “pornografico” se non nella provocazione iniziale, il titolo e la prima frase di Isabella Rossellini, “questa sera parliamo di sesso”.
Non era di sesso, invece, che si parlava, almeno non inteso secondo i canoni tradizionali, ma dell'affascinante mondo della natura e dei modi stravaganti scelti per la riproduzione delle varie specie, che prevedono combinazioni che vanno ben al di là del consueto schema “maschio-femmina”.
E' stato un istruttivo spettacolo sulla fecondazione, tema al quale la chiesa è in genere alquanto sensibile, ma niente di quello che è stato detto è stato inventato se non dalla “natura”. Potremmo definirla la meraviglia della creazione, con termini adatti per un sagrato.
Si poteva fare nel sagrato di una chiesa, quindi, secondo la mia opinione, così come si può fare cultura nel sagrato di una chiesa in quanto, e questa è la terza risposta, patrimonio di tutti.
Sono altri i mercanti da cacciare dal tempio, e il nuovo Pontefice sembra averlo capito come dimostrano le vicende di questi giorni, e le dichiarazioni di Monsignor Fontana sono forse quasi certificati di esistenza in vita, come a dire “non crediate che non me ne sia accorto di quello che stavate facendo...”
Molto più distratti, invece, gli spettatori aretini che non hanno dato allo spettacolo la cornice di pubblico che l'evento e il personaggio indubbiamente meritavano (al di là della qualità dello spettacolo che nessuno poteva conoscere visto che era andato in scena solo la sera precedente al Festival dei Due Mondi di Spoleto, accolto tra l'altro con entusiasmo da pubblico e critica).
A volte mi chiedo cosa vuole questa città, cosa bisogna fare per interessarla e catturarla.
A volte me lo chiedo, ma mai trovo la risposta.