Sono state presentate stamattina, presso il Comune di Arezzo, le nuove norme concernenti il tesseramento degli atleti stranieri. Quello dell’assenza di cittadinanza, infatti, è uno dei temi spinosi anche nel mondo dello sport, che spesso vanta i maggiori talenti -specie calcistici- proprio fra i “non-italiani”. La nazionalità, dunque, se da un lato non dovrebbe più costituire un discrimine -specie nell’ambito sportivo che ha fra i proprio presupposti anche quello di essere un “ luogo concreto” in cui si avvera un dialogo tra le diversità- , dall’altro lo è nella misura in cui, chi non gode di cittadinanza, è considerato spesso “individuo di serie B”. Alla presenza degli assessori Romizi e Magi, oltre che del Presidente del CONI Cerbai e di altri esponenti della FIGC, sono state presentate stamani le agevolazioni che il Comune ha stanziato per tutti coloro che sono stranieri e vogliono tesserarsi alla FIGC. Tra esse si annovera l’eliminazione dei comma 11 e 11 bis dell’articolo 40. Eliminazione che consente un incremento dell’accesso al gioco per gli stranieri. Inoltre sono state apportate modifiche che facilitano il tesseramento alla Lega Nazionale Dilettanti per ragazzi e ragazze di età maggiore ai 16 anni e si sono voluti eliminare, per i calciatori mai tesserati alla federazione estera, i requisiti della residenza in Italia da almeno 12 mesi e quello della necessità del permesso di soggiorno. Si è poi innalzato, da uno a due, il numero di calciatori extra-comunitari schierabili in campo e si è eliminata la pratica che pretendeva una documentazione circa l’attività di studi o di lavoro per i calciatori stranieri e anche la necessità che questi risiedessero nel comune o nella provincia d’appartenenza della società sportiva di riferimento. Tutte queste nuove norme, costituiscono delle liberalizzazioni in favore di un calcio che sia maggiormente capace di creare integrazione e di valorizzare le diversità culturali. Lo sport, infatti, anche per l’interesse che suscita, specie tra i giovani, dovrebbe farsi luogo d’incontro e confronto tra le diversità, diventando capace di creare nuove possibilità di crescita per la collettività. Nello sport ciò che conta sono le capacità e non più la nazionalità o l’appartenenza religiosa e culturale, per questo, facciamo dello sport il luogo d’abbattimento di tutte quelle divisioni che ci fanno sentire stranieri gli uni agli altri.