Montedoglio, materiale scarso e cattivo ancoraggio le cause - FOTO

Disastro colposo l'ipotesi di reato ma i progettisti sono tutti morti

Bp
26/09/2013
Attualità
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A provocare il disastro di Montedoglio con l'esondazione di 55 milioni di metri cubi di acqua il 28 dicembre 2010 furono l'utilizzo di materiale definito scarso durante la realizzazione ( che risale anni Ottanta) con conseguenti infiltrazioni di acqua nei conci e un “ancoraggio” che non rispettò le specifiche. Queste le conclusioni a cui è giunto il Procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi che oggi nel corso di una conferenza stampa ha annunciato la chiusura delle indagini , portate avanti con Forestale e Carabinieri e basate sulla consulenza degli esperti Paolo Salandin, Pietro Sembenelli, Antonio Turco ed Enzo Boschi. L'incidente, come è noto, si verificò il 28 dicembre del 2010 e causò la rottura di un concio, una realizzazione specifica della diga, che a sua voltò provocò l'esondazione senza vittime ma con  svariati milioni di euro di danni. Circa le responsabilità dirette, il Procuratore Rossi, ha sottolineato come tecnici e progettisti siano ormai tutti non più in vita tranne l'ex direttore dell'Ente Irriguo Umbro Toscano Diego Zurli. “I periti – ha precisato Rossi – hanno verificato che durante gli anni c'erano stati degli 'ammalamenti' delle strutture, segnali che sarebbero dovuti esser colti da chi vigilava sulla struttura. In sostanza non fu valutato in modo corretto il possibile cedimento strutturale”. Il resoconto delle indagini, ha ricordato Rossi, sarà reso noto agli enti pubblici interessati. Il Procuratore ha altresì precisato che la “diga essendo interrata è assolutamente sicura, sugli altri conci non si esclude che possano presentare problemi” Attualmente la diga è tenuta sotto i livelli massimi e sono in corso lavori di ripristino e ammodernamento già iniziati.

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