La Divina Commedia dell’Italia contemporanea alla “Notte dei Ricercatori

Tommaso Cerno grande protagonista ad Arezzo

Lucrezia Lombardo
28/09/2013
Attualità
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Si è conclusa ieri sera con la presentazione del libro di Tommaso Cerno, dal titolo “Inferno. La commedia del potere”, l’iniziativa “Shine! La notte del Ricercatore” che, come in tutt’ Italia, ha visto per protagonisti gli Atenei e la ricerca. Erano presenti all’incontro il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, che ha commentato il libro di Cerno, e la Direttrice del Dipartimento Loretta Fabbri. Il libro di Cerno, fedelmente in terzine dantesche, propone una lettura in chiave tragicomica della vicenda politica italiana degli ultimi vent’anni. Da Andreotti a Di Bella, fino ai contemporanei Berlusconi, Bruno Vespa e Ruby, tutti i “volti noti” della storia del paese diventano i protagonisti della commedia di Cerno. Un libro, quello di questo giovane autore, che fa riflettere sulla crisi morale, oltre che politica ed economica, dell’Italia. In modo elegante e sottile, Cerno descrive il decadimento del paese, passando attraverso i personaggi macabri e noti che lo hanno caratterizzato, per lo più negativamente, negli ultimi vent’anni di storia. Alla luce dell’analisi dell’autore, l’Italia appare come un paese sull’orlo del baratro, in balia di una classe politica irresponsabile e motivata  -o, meglio, immotivata-  solo da interessi personali. Al tempo stesso, a parere di Cerno, questo degrado politico altro non sarebbe che il frutto del lassismo e del qualunquismo della cittadinanza italiana che, ormai, ha obliato quasi del tutto i propri diritti e doveri. Un paese dove chi è più furbo, più ricco e più accostato riveste le cariche di  potere: ecco l’Italia di oggi. Un paese dove, nonostante le magagne commesse a cielo aperto, gli individui non s’indignano più, non reagiscono ma, anzi, si passivizzano ulteriormente. E mentre il paese va alla deriva, i giovani espatriano o perdono la speranza e la capacità di credere in qualcosa. Lo scenario analizzato da Cerno –e, ahimè, con toni molto realistici- è quindi quello di un vero e proprio Inferno calato in Terra e, per l’esattezza, proprio in casa nostra. Quest’inferno terreno –ed è la cosa peggiore- è voluto e incrementato da noi, che non facciamo niente per reagire, o per agire in maniera costruttiva. Come scriveva il filosofo francese Jean-Paul Sartre, dunque, l’Inferno non è un concetto trascendente o che si colloca nell’aldilà, bensì l’inferno –sosteneva lui negli ormai lontani anni ‘60- sono glia altri. Oggi, per essere ancor più precisi, potremmo invece sostenere che l’Inferno siamo noi ogni volta che, davanti alle ingiustizie, dalle più piccole alle più grandi, reagiamo con indifferenza o con semplice sdegno borghese. L’ Inferno, , non può essere evitato che qui ed ora e solo a patto che la coscienza degli individui muti e si evolva nel seno di una maggiore responsabilità civile, sociale e politica. Quali siano gli strumenti per trovare la via, non dico del Paradiso, ma almeno del Purgatorio, Cerno non l’ha spiegato. Forse, un primo passo potrebbe essere quello di cominciare a cancellare dalla nostra mente tutti i modelli negativi che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno, facendo l’esercizio di  provare a riesercitare l’immaginazione, come se da oggi ciascuno di noi fosse chiamato a disegnare e progettare un mondo nuovo, migliore. La domanda da porsi è quindi: “io cosa sceglierei per costruire un mondo migliore?”.

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