"Da noi vengono persone disperate, con gravi disagi e difficoltà. Ed alcuni ci prendono come la causa dei loro mali. Purtroppo ci sono stati anche episodi, non di aggressione, ma di minacce sì. Abbiamo cercato di far fronte alla diminuzione di personale, ed è aumentata anche la nostra produttività. Ci rendiamo conto di fare un servizio sociale, e che la nostra protesta crea disagi. Noi difendiamo non solo i nostri salari, ma tutta la vertenza pubblica". Con queste parole dipendenti Inps e rappresentanti sindacali, questa mattina, si sono riuniti davanti alla sede Inps di viale Signorelli, in seguito alla seconda riunione indetta nel giro di pochi giorni dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria, per denunciare una situazione ormai difficile da gestire, dato che all'orizzonte si prospettano tagli ai salari e altre riduzioni del personale. Gli uffici sono rimasti chiusi fino alle 10,30 e fuori si era formata una lunga coda, che dimostra come il servizio sia sempre, ed adesso ancora di più, molto frequentato.
“Arezzo ha già una carenza di organico negli uffici – hanno spiegato i rappresentanti della RSU dell'INPS di Arezzo – con i pensionamenti in programma a breve scadenza sarà impossibile offrire un servizio decente al cittadino, il lavoro di sportello per informazioni e consulenze è già difficile, ma non potrà che peggiorare. Tutto questo a fronte di un forte aumento di richieste da parte degli aretini in questo periodo di crisi.”
All'assemblea di oggi erano presenti anche Alessandro Mugnai Segretario Generale Cgil della Provincia di Arezzo, Bruno Pacini Segretario Generale della Funzione Pubblica della Cgil, Giovanna Mori che per la FP Cgil segue appunto le Funzioni Centrali, Patrizia Brizzi della Funzione Pubblica della Cisl e Silvia Russo della segreteria provinciale della Cisl.
La RSU, di comune accordo con Cgil, Cisl e Uil hanno diramato un documento che riassume le problematiche emerse nell'assemblea di martedì 2 ottobre: mancano alla sede di Arezzo 12 lavoratori e 2 per ciascuna delle agenzie di Sansepolcro e Montevarchi. A questi devono essere aggiunti i pensionamenti a brevissimo termine di 2 unità lavorative (oltre una già in essere dall’inizio del mese) e 20 ulteriori pensionamenti che andranno a diventare operativi entro il 2014 in base al piano di riduzione degli organici che prevede una riduzione di personale di circa 3000 unità a livello nazionale. Ci sono poi 7 lavoratori in comando, completamente inseriti nel processo produttivo ma che, secondo più di una voce, dovrebbero rientrare nella amministrazione di provenienza entro fine anno e quindi molto prima della scadenza naturale della durata del comando. E' palese che il turn over è di fatto inesistente e da una veloce indagine svolta tra gli intervenuti all’assemblea risulta che nessuno dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato ha una età inferiore a 40 anni.
Stante la situazione il personale, nonostante gli sforzi prodotti, è in evidente difficoltà a garantire servizi agli utenti in tempi rapidi e con esiti certi e questo è tanto più preoccupante in questo momento di recessione economica che conduce agli sportelli un numero rilevante di cittadini anche in conseguenza del fallimento quasi totale dei diversi canali di comunicazione che sono stati proposti e attuati. In questa situazione vengono ad essere lesi i principi fondamentali su cui si basa anche il “Codice di condotta per la tutela psico-fisica delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS” di recentissima adozione.
“Adesso continueremo con le assemblee sindacali – hanno concluso i membri della Rsu – abbiamo chiesto un concreto interessamento unitario delle organizzazioni sindacali, a sostegno delle nostra vertenza, non solo per salvaguardare i nostri diritti ma per mantenere efficiente e pubblico un servizio essenziale come la previdenza. Proseguiremo insieme ai sindacati con tutte le iniziative che riterremo opportune per raggiungere gli obbiettivi per cui stiamo lottando.”