Disagio Inps: "No ai tagli dove c'è il front office alla disperazione della gente". I sindacati chiedono un incontro alla direttrice - FOTO

Dipendenti, Cisl, Uil e Cgil continunano a lanciare l'allarme. Tagli di 300 euro mensili agli stipendi ed al personale

a cura della Redazione
14/10/2013
Attualità
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“I problemi della sede Inps di Arezzo non sono soltanto dei dipendenti di questo istituto ma interessano, senza eccezione alcuna, tutti i lavoratori e tutti i pensionati della provincia di Arezzo. Minare la solidità dell'Inos significa minare le basi del nostro stato sociale ”. Dopo l'incontro nei giorni scorsi davanti alla sede dell'azienda, in seguito all'assemblea sindacale dei lavoratori, Cgil, Cisl e Uil tornano di nuovo all'attacco decisi a trasformare la vertenza all’istituto previdenziale in una battaglia confederale capace di coinvolgere la Rsu, le federazioni di categoria del pubblico impiego e degli altri settori e quindi anche le confederazioni. L’impegno è stato confermato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dai Segretari confederali di Cgil e Cisl, Mugnai e Salvini.Con loro i segretari delle federazioni di categoria del manifatturiero e non solo del pubblico impiego.

“Deve essere chiaro che 46 addetti in meno  nell’organico della sede di Arezzo finiranno per compromettere il regolare funzionamento dell’istituto. In questo senso abbiamo segnali chiari non solo dall’interno ma anche dai nostri Patronati che hanno rapporti quotidiani con l’Inps. La crisi economica ha aumentato e non certo diminuito i carichi di lavoro dei dipendenti. Pensiamo soltanto alle crisi aziendali e alla conseguente gestione degli ammortizzatori sociali - ha spiegato Maria Lucia Morelli, Rsu - Nel 2005 c'erano 180 dipendenti, ora sono 100. In questa condizione è sempre più difficile mantenere il servizio. Purtroppo la previdenza, negli anni, ha subito riforme che hanno imposto continui tagli ”.

Le segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil sostengono quindi la vertenza aperta dalla Rsu e dalle federazioni del pubblico impiego. Lo scenario, come anticipato, è preoccupante: nella sede di Arezzo mancano 12 addetti ai quali se ne aggiungano altri 4 tra le agenzie di Sansepolcro e Montevarchi. Tra oggi e il 2014 si annunciano 23 pensionamenti. Infine 7 dipendenti in “comando” starebbero per rientrare all’ente di appartenenza.

I Sindacati confederali hanno quindi annunciato che chiederanno un incontro alla direzione della sede Inps per un chiarimento sul presente e sul futuro della struttura aretina.

"Occorre fare oggi la riorganizzazione che è mancata nel momento della creazione del cosiddetto super Inps. Proposte che il sindacato avanza da tempo: un piano di organizzazione, valorizzazione del personale, innovazione nelle procedure e nei servizi. Interventi indispensabili per ampliare e  migliorare l'offerta di servizi ai cittadini. Va arrestata l'emorragia, dai tagli ai progetti speciali, che penalizzano chi è già sottoposto al blocco dei contratti, alla continua riduzione dei bilanci degli enti previdenziali, non da ultima quella di 240 milioni di euro disposta dalla legge di stabilità. Il tutto in un ente passato in un decennio da 40mila a 26mila unità di personale. Il Governo non tratti l'Inps come un bancomat – concludono le quattro sigle sindacali – e tuteli una parte determinante del nostro welfare. I tagli porterebbero ad una riduzione negli stipendi pari a 300 euro mensili" ha ribadito Silvia Russo, della Cisl.

"L'Inps è sotto attacco, e quindi lo sono tutti i lavoratori.  Faremo quindi lettera di richiesta di incontro alla nuova direttrice, che nell'ambito delle sue competenze deve mettersi ad un tavolo con noi e discutere della situazione" ha concluso Alessando Mugnai, segretario provinciale della Cgil.

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