Borghesi "Dopo l'ultimo caso di femminicidio alzare ancora di più la guardia". Il commento della senatrice Mattesini

In Valtiberina proprio in queste settimane c'erano state iniziative contro questo terribile fenomeno

15/10/2013
Attualità
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“Solo alcuni giorni fa in Senato – afferma l'Assessore provinciale alle Pari Opportunità Carla Borghesi - il decreto sul femminicidio è diventato legge, ma la lunga scia di sangue per mano di un uomo, marito, fidanzato o convivente ai danni della donna considerata di sua proprietà ancora prosegue. Proprio domenica scorsa la Valtiberina aveva ospitato a Sansepolcro, dopo il successo di Umbertide e Città di Castello, l’ultima delle letture contro il femminicidio “Donne ad Alta Voce” a cui ho personalmente preso parte insieme a tante altre colleghe, anche con incarichi istituzionali. Nonostante il nostro territorio sia molto impegnato a sostenere le donne vittime o potenziali vittime di violenza di genere, anche con azioni di prevenzione, oggi si è registrato l’ennesimo triste caso di femminicidio e questa volta proprio in Valtiberina: ieri notte l'omicidio-suicidio a San Giustino Umbro, nella casa in cui la donna, 26 anni, viveva da sola. L'omicida, a quanto si apprende, non aveva accettato la fine della loro relazione. Per questo l'avrebbe uccisa. A questo proposito il lavoro quotidiano svolto, già da molti anni, dal centro antiviolenza Associazione Pronto Donna, che vede coinvolti numerosi enti del territorio provinciale, assume un ruolo determinante e di assoluta efficacia nel contrastare gli effetti della violenza di genere. Questo ennesimo episodio conferma, infatti, ancora una volta l’assoluta necessità di tenere viva l’attenzione sul tema del femminicidio e l’importanza di evitare futuri episodi di violenza o di stalking con azioni, politicamente mirate, volte alla prevenzione e tutela delle donne potenzialmente vittime di questo dilagante fenomeno”, conclude l'Assessore Borghesi.

 

“E' la seconda volta, in pochi anni, che nel nostro territorio, due giovani uomini,  uccidono le donne con cui avevano condiviso un rapporto d'amore per poi suicidarsi. In questo caso, 26 anni lei e 28 lui. Mi colpisce e mi addolora profondamente questo  atto di morte, questa ennesima cancellazione della  vita di una donna, colpevole solo di avere interrotto una storia amorosa. Mi colpisce e mi addolora questo gesto compiuto da un giovane uomo, con tutta la vita davanti a s'è e che invece sceglie di dare e di darsi la morte. La fine di un rapporto, e' sempre qualche cosa che genera dolore ma non può giustificare, in nessun caso, gesti come questo.” Questo l'intervento della senatrice Donella Mattesini, appresa la triste notizia della morte di Alexandra, giovane originaria di San Sepolcro, per mano dell' ex fidanzato Cristian, che ha deciso di uccidersi a sua volta.  “Dovremo imparare a vivere  con naturalità sia la bellezza dell' arrivo di un  amore, sia la fine di quell' amore. Queste due morti, sono state scoperte a seguito dell' allarme dato dagli amici dell' omicida, dopo aver letto i suoi sms, cosi come sembra che non ci siano stati segnali che facessero sospettare il suo intendimento.
La settimana scorsa, il Parlamento ha finalmente approvato la legge contro il femminicidio, legge con specifiche norme, sia sul piano penale che su quello della tutela a favore delle donne minacciate e/ perseguitate; altrettanto importante – continua la senatrice Mattesini - le  risorse destinate ai servizi di accoglienza e di sostegno, così come per le attività di promozione culturale. intesa come educazione all' affettività ed a relazioni paritarie fondate sul rispetto. Sottolineo questa parte perché, in questo caso, non sembrano esserci state minacce e/o atti persecutori; tutto questo, mi convince sempre di più che la lotta contro il "femminicidio", la si vince in primo luogo nella testa e nel cuore delle persone. Mi domando,  infatti, cosa scatti nella testa e nel cuore di un uomo e cosa lo porti a far diventare la donna con cui ha condiviso sogni, progetti e intimità, una sagoma contro cui scagliarsi con tanta terribile violenza. È da qui che bisogna partire – conclude Donella Mattesini - da quella cultura, fondata su rapporto paritario, in cui ognuno sappia vivere il dolore dell' abbandono e da una rete diffusa di servizi, a cui accedere in modo naturale, per cercare e trovare sostegno nei momenti di difficoltà. La lotta contro il femminicidio, chiama in campo la responsabilità di tutte le Istituzioni, ma anche quella di ognuno di noi, qualunque ruolo rivestiamo ed in qualunque momento della nostra vita. Il mio pensiero ultimo va alle famiglie a cui esprimo tutta la mia vicinanza.”

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