La storia di Iolanda, aretina che dopo 13 anni ha ritrovato nelle favelas brasiliane il figlio adottivo - FOTO

Lo aveva conosciuto quando lui aveva solo sei anni e mezzo. Poi le difficoltà della vita li hanno allontanati. Ma a settembre erano insieme alla Giostra

a cura della Redazione
18/10/2013
Attualità
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Non c'è amore più grande di quello di una madre per un figlio. Poco importa se l'ha portato in grembo o se è entrato nella sua vita dopo. E' un legame unico, che non si può spezzare neppure se nel mezzo ci si mettono migliaia di chilometri e  ben tredici anni di distacco. E' questo il fil rouge della storia di Iolanda Lucioli e del figlio adottato a distanza, Warley Lima De Sousa. Ed è stata proprio lei a volerla raccontare, perchè finalmente, dopo tanta attesa, ha potuto riabbracciare il suo ragazzo.
“Ho conosciuto Warley tredici anni fa – spiega la donna, senza riuscire a trattenere la commozione – Attraverso un parroco aretino avevo deciso di seguire un progetto per la realizzazione di un centro educativo, che poi è stato chiamato San Donato, a Goiana, nel centro del Paese sud Americano. Prima di partire il sacerdote mi ha fatto vedere alcune foto di ragazzi bisognosi ed io ho scelto di aiutare Warley. Aveva solo sei anni e mezzo”.
Poi prosegue raccontando il primo incontro con quello che allora era ancora un bimbo e che lei considera un figlio a tutti gli effetti “Quando sono arrivata nella favela dove vive, quella di Emilio Pavoa, ci siamo subito riconosciuti ed il nostro abbraccio è durato oltre mezz’ora”. Dagli occhi di Iolanda scendono lacrime di emozione, anche a distanza di tanti anni.
Poi però per la donna è arrivato un periodo difficile. “Ho avuto grosse difficoltà, avevo perso il lavoro e non potevo permettermi di aiutare Warley. Così abbiamo perso quasi subito i contatti, ma non c’era giorno in cui non pensavo a lui. Finalmente quest’anno sono tornata nella condizione di potermi rioccupare di quel figlio lontano e non ho voluto perdere neppure un attimo”. Da qui è iniziata una vera e propria avventura per Iolanda sulle tracce di Warley. “Avevo ancora dei nominativi di ragazzi della favela.  Così tramite Facebook sono riuscita a chiedere ad uno di loro di aiutarmi a rintracciare mio figlio. Sono passati due mesi e mezzo e finalmente a giugno ho riparlato con Warley e subito mi sono attivata per farlo venire ad Arezzo. Anche lui mi ha detto che non si era mai dimenticato di me. Ed ecco che ad agosto era già qui, con la mia famiglia. In Italia ha due fratelli, i miei figli Daniela ed Alessio, che lo adorano. Gli ho fatto girare tutto il Paese, Roma, Venezia, la Toscana. E l’ho pure portato alla Giostra del Saracino di settembre”. Warley ora ha vent’anni, frequenta un corso di taglio, e continua a vivere con la  madre naturale ed il fratello nella sua favela. In questi anni non solo ha ritrovato mamma Iolanda, ma anche il padre che non vedeva da quando era piccolo.
Una scelta di profondo altruismo quello della della signora aretina, che lei però spiega così “Credevo di fare del bene a loro andando in Brasile, in realtà sono loro ad avermi insegnato quale è la vera vita, quali sono i veri valori da custodire”. Se non è amore questo ......

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