Dopo essersi incatenato fuori dal Tribunale di Arezzo, sit in davanti al Duomo di Milano. La storia di Enzo "Non perdo la dignità"

La vicenda, che in città fece tanto scalpore, in primo piano su Tgcom

a cura della Redazione
14/11/2013
Attualità
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"Per malagiustizia e burocrazia ho perso tutto ma non la dignità", queste la parole di Enzo Prosperi, che sono state scelte anche come titolo dell'articolo a lui dedicato su Tgcom, la redazione on line dell'informazione targata Mediaset.  Ma chi è Enzo Prosperi? Cosa lo lega ad Arezzo? Innanzitutto un gesto eclatante che lo vide incatenarsi qualche tempo fa davanti all'ingresso del Tribunale di Arezzo. Digiunò anche per qualche giorno, finendo in ospedale. La sua storia inizia nel 1989. Lo racconta nella sua testata on line "L'intraprendente". L'inizio della carriera come funzionario Fininvest e direttore tecnico del telegiornale di Montanelli. Poi l'apertura di una società che produce programmi medico-scientifici. Ma la riforma del Ministro De Lorenzo taglia i fondi e lui chiude. Quindi l'avvio di un supermercato ad Arezzo, ma i cavilli ritardano l'apertura fino a fargli perdere sei milioni di lire di affitto del locale. Finalmente inaugura il negozio, ma viene truffato dalla società che si occupa del bilancio. Dichiara fallimento e viene lui accusato di truffa. Da qui un'intricata vicenda giudiziaria, durante la quale perde anche la moglie. Ha la fedina penale sporca e trovare lavoro diventa difficile. Va avanti con 260 euro di pensione di invalidità. Adesso è tornato a Milano, non prima, a fine 2012, di aver tentato il suicidio davanti a Montecitorio.

Davanti al Duomo di Milano ha organizzato un sit-in stabile. Ed il prossimo 7 dicembre ha organizzato una manifestazione "Riprendiamoci l'Italia", per trasmettere la disperazione degli imprenditori.

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