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Vigilessa contesta divieto di sosta e viene aggredita. La denunciata smentisce

Questione controversa a Stia

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"Lo scorso martedì 12 novembre un membro del Corpo Unico di Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha subito un’aggressione mentre svolgeva il proprio servizio. Durante il normale controllo sul territorio che le pattuglie svolgono, coordinate dalla centrale operativa che ha sede presso l’Unione, si è svolto un grave episodio, il quale ha visto coinvolto una vigilessa in pattuglia insieme ad un collega, che stavano effettuando il proprio servizio nel comune di Stia. Durante la contestazione di un divieto di sosta, mentre veniva ultimato il verbale, la vigilessa è stata prima avvicinata da un uomo che la aggrediva afferrandola per il colletto, per poi subire, da una donna sopraggiunta, un calcio alla gamba destra.

Dopo gli accertamenti del caso da parte del Comando di Polizia Municipale, in collaborazione con i Carabinieri, sono state svolte le opportune indagini che hanno determinato la comunicazione presso la Procura della Repubblica di Arezzo dei reati di violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale a carico dei responsabili dell’aggressione" Questo il comunicato di stamani dell'Unione dei Comuni.

Ma i denunciati smentiscono "La vigilessa stava multando per l’ennesima volta, il furgone parcheggiato davanti all’attività e provvisto di regolare permesso carico-scarico. La proprietaria si è avvicinata per avere chiarimenti in merito ed ha contestato l’atteggiamento quasi intimidatorio tenuto dalla vigilessa che stava continuando a compilare il verbale. Dopo essersi avvicinata troppo alla pattuglia in servizio, la ragazza ha ricevuto una spinta dalla stessa vigilessa, ed è caduta a terra. I vigili a questo punto hanno omesso di chiamare i soccorsi. Per fortuna, alcuni testimoni hanno prontamente telefonato al 118. Con urgenza è intervenuta la Misericordia di Stia che ha trasportato la proprietaria del negozio in ospedale con codice giallo. Le è stato diagnosticato un trauma cranico e prescritto un assoluto riposo per almeno una settimana. La ragazza una volta dimessa ha perso i sensi altre due volte con successive perdite di sangue dal naso”.

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