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"Presidio delle assistenti sociali fatiscente e pericoloso nella ex circoscrizione Fiorentina"

La denuncia della FPCgil. Pacini: "Asl e Comune intervengano prima possibile"

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“Non è bastato un principio di incendio, i danni all'auto di servizio e nemmeno le pessime condizioni di lavoro. Le istituzioni pubbliche ancora non sono intervenute e non hanno nemmeno risposto alla lettera delle lavoratrici. E' una cosa che giudico grave.”
A parlare così è Bruno Pacini segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil di Arezzo in merito alle condizioni di disagio in cui operano le sette assistenti sociali del Secondo Presidio che si trova negli ex locali della circoscrizione Fiorentina, in via Fiorentina 329. Le operatrici svolgono funzioni molto delicate, dedicate alla disabilità, alla non autosufficienza, ai minori ed all'inclusione sociale.  Gli enti chiamati in causa da Pacini sono la Asl 8 ed il Comune di Arezzo, in forza del sistema sociale integrato. Le sette operatrici alcune sono dipendenti dell'azienda sanitaria aretina e le altre dell'amministrazione comunale.
Ma quali sono le condizioni di lavoro che la Funzione Pubblica denuncia e che hanno portato le lavoratrici a spedire una lettera il 18 novembre scorso al Sindaco Fanfani, all'assessore al sociale Caremani, al direttore del servizio sociale integrato Mara Pepi, al direttore della zona distretto aretina Patrizia Castellucci ed alla responsabile dell'assistenza sociale della Asl 8 Donatella Frullano?
Proprio in quel giorno si è verificato un sovraccarico della linea elettrica che ha provocato danni alla centralina, ai computer ad al fax, si sono sprigionate esalazioni potenzialmente tossiche ed è stato necessario dei vigili del fuoco.
La sede del secondo distretto si è mostrata di nuovo evidentemente inadeguata. Sono state più volte segnalate infiltrazioni di acqua dai piani superiori, umidità e zone fatiscenti non consone ad un luogo di lavoro e tantomeno all'accoglienza di un pubblico di solito di fascia debole.
Pacini della Fp Cgil si fa quindi portavoce  delle istante delle sette lavoratrici che chiedono lo spostamento della sede del Secondo Presidio da questo contesto di degrado e di isolamento che ha messo a rischio anche l'incolumità fisica delle operatrici esposte alle intemperanze ed a possibili aggressioni visto che non c'è un filtro, non c'è sorveglianza e spesso si trovano ad operare da sole od in coppia. “A tutte queste sollecitazioni per adesso nessuno ha risposto – ribadisce Pacini - e nessuno dei due enti coinvolti ha provveduto a ridare dignità a queste assistenti sociali. Anzi nella migliore delle pratiche all'italiana fanno scaricabarile senza affrontare il problema.”

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