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"Scuole paritarie al collasso, ecco i numeri. Non sappiamo dove andrà a finire l'anno già avviato"

La denuncia della sezione aretina della Federazione italiana scuole materne

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"Si prende atto con sconforto e allarme che i finanziamenti statali alle scuole dell’infanzia paritarie in arrivo nei prossimi giorni saranno di circa 2.000 € lordi a sezione, in forma di acconto per l’A.S. 2013/2014. Nel frattempo la legge di stabilità varata in questi giorni autorizza per l’anno 2014 la spesa di 220 milioni di euro a fronte dei 580 milioni necessari per allinearsi al livello dei contributi del passato. Una scuola dell’infanzia con tre sezioni, ad esempio, nell’A.S. 2009/2010 poteva contare su circa 35.000 €, scesi poi a 30.000 nell’anno successivo, per attestarsi ai 24.000 del 2011/2012. A tutt’oggi per l’A.S. 2012/2013 è stato erogato un acconto di soli 14.000 €. Non è noto quanto sarà il saldo, né quando sarà, se mai ci sarà. Intanto per l’anno in corso si danno 6.000 € sempre come acconto Non è migliore la situazione per quanto riguarda la scuola primaria. Il rapporto è regolato da una convenzione di parifica che tradizionalmente si assestava sui 19.000 € a classe effettivamente funzionante. Lo scorso anno è stato dato solo un acconto, il saldo non è dato conoscere. Per quest’anno si parla di un acconto di circa 20.000 € a scuola. In questo quadro drammatico si colloca l’iniziativa della Regione Toscana, in accordo con la FISM regionale, per la concessione di buoni scuola destinati alle famiglie dei bambini frequentanti le scuole dell’infanzia paritarie. E’ forse l’unico dato positivo, controcorrente, e per questo ancor più meritorio. Allevia ed ha un significato straordinario dal punto di vista del diritto di accesso alle scuole paritarie. Di per sé, però, non risolve il problema dei mancati contributi - questo il quadro tracciato dal presidente della Fism aretina Mario Bacci che prosegue - Prendendo sempre come riferimento una scuola dell’infanzia con 3 sezioni dal 2009 al 2011 si era già scesi di circa un terzo, da 35.000 a 24.000 €. Precipitati a 14.000, ovvero del 60% nel 2013, si cade a 6.000 quest’anno. Non si sa come chiudere i bilanci degli anni scorsi. Non si è in grado di capire dove si andrà a finire nell’anno ormai avviato; soprattutto non si comprende come comportarci in vista dell’A.S. 2014/2015. Nessuna impresa sociale è in grado di svolgere una qualunque attività di servizi con questi dati. Le scuole paritarie aderenti alla FISM della provincia di Arezzo ritengono responsabilmente di dover portare a conoscenza delle famiglie, delle Autorità competenti, della pubblica opinione la situazione drammatica e incresciosa nella quale si vengono a trovare. Così si è al collasso. Ovvero prossimi alla messa in liquidazione. L’unica alternativa è rappresentata da un sostanziale aumento del contributo richiesto alle famiglie. In una prossima conferenza di servizio delle nostre scuole ci riserviamo di assumere decisioni comuni. Si tratta di prospettive per noi incresciose. Nel corso degli anni si è lavorato per assicurare una presenza diffusa nei territori con una politica di costi bassi per le famiglie, che ciascuno può confrontare anche con dati di altre province e regioni d’Italia. Sono 38 le scuole operanti nella nostra Provincia. Circa il 25% dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia lo fanno presso le nostre strutture.
Nel solo Comune di Arezzo sono presenti 11 scuole dell’infanzia paritarie, frequentate da circa 680 bambine e bambini. E’ stato stimato che la presenza delle scuole paritarie in Italia consente allo Stato di operare risparmi per non meno di 6 miliardi di euro.


A queste condizioni e con le variabili effettivamente in gioco non è più possibile proseguire, in termini di continuità con il passato, nella nostra opera educativa. Comprendiamo il momento che il Paese sta attraversando. Ma tagli di questa portata all’educazione e alle politiche per l’infanzia sono francamente incomprensibili, anche alla luce della limitatezza delle risorse pubbliche che sarebbero necessarie per garantire servizi che altrimenti avrebbero ben altri costi per la collettività. Dispiace per le famiglie, da sempre costrette comunque a pagare “rette” se intendono iscrivere i propri figli a scuole paritarie, comunali o aderenti alla FISM. Più in generale dispiace soprattutto che venga di fatto smantellata l’idea di un sistema pubblico di istruzione al quale concorrono, dentro norme certe e comuni, scuole statali e non statali così come previsto dalla legge di parità n. 62 del 2.000. Ci abbiamo creduto, anche se nel corso del tempo, sempre più aumentavano le richieste circa l’attenersi a norme e vincoli, talvolta anche un po’ fantasiosi, e diminuivano contestualmente le opportunità e le offerte. "
Se così stanno le cose, e non vi può essere posto rimedio, semplicemente alziamo bandiera bianca.Altri soggetti, pubblici o privati, provvederanno con l’istituzione di altri servizi.

                                                  
                                                   

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