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Bersani ad Arezzo. Piazza Risorgimento gremita. "Senza radici le foglie nuove non possono nascere" FOTO e DIRETTA

Spazio alle domande dei cittadini. Baglioni e Lucio Dalla, De Andrè fanno da colonna sonora. Il candidato attacca con i cambiamenti necessari per il Paese

a cura della Redazione
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Piazza Risorgimento gremita per Bersani. Il segretario del Pd, che sfida Matteo Renzi nelle primarie del Pd, è arrivato intorno alle 18.30. Ha scelto la piazza per un rapporto più diretto con il pubblico, con la gente. E la piazza non ha deluso, l'ha accolto con un caloroso applauso. Le premesse per superare le 1200 presenze del rottamatore sono buone. Le bandiere del Pd sventolavano sfidando l'aria gelida, così come il pubblico.
Insieme a Bersani, molti esponenti del Pd locale: il segretario provinciale Marco Meacci, il deputato Donella Mattesini, il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, il vicesindaco Gasperini. Quest'ultimo, insieme a Ceccarelli, sono tra le anime del comitato aretino per Bersani.
 

DIRETTA TESTUALE

L'intervento del segretario è stato introdotto dal comitato che lo sostiene ad Arezzo. "La crisi economica è una crisi morale. Dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro con un progetto politico fatto di un programma condiviso. Bisogna che la politica si avvicini ai problemi della gente" questo il lancio dell'intervento.

Per prima ha preso la parola l'organizzatrice dell'evento, insegnante precaria da tempo, poi Fatima, di origine senegalese ma nata ad Arezzo ed infine Fascetto, delegato sindacale nonchè lavoratore della Beltrame. La giovane Fatima, 15 anni appena, ha chiesto al segretario se qualora salisse al potere le verrà riconosciuta la cittadinanza: "La mia famiglia vive ad Arezzo da 22 anni, mi sento italiana, mi sento aretina" ha sottolineato a gran voce con un inconfondibile accento locale.
La parola poi, tra gli applausi è andata a Fascetto: "Da 140 anni la Beltrame è una risorsa per San Giovanni, per la vallata. Ma lo scorso anno la proprietà ha deciso di chiudere e da allora siamo in presidio davanti all'azienda. Da allora la nostra vita è sconvolta. Tra pochi giorni sapremo se rimarremo definitivamente senza lavoro. Quindi sono a chiedergli, qualora salisse a Palazzo Chigi, se le sembra normale che un'azienda abbia diminuito le commesse per San Giovanni, che in realtà ha clienti. Se sia giusto che ci incateniamo per avere il sacrosanto diritto del lavoro. Se gente come noi, che ha sempre lavorato onestamente, sia costretta a sopravvivere. Ed insieme a noi le nostre famiglie".

Ed ecco l'intervento di Bersani. Si inizia con attacchi, neppure troppo velati, al rivale "rottamatore" ed alla situazione lasciata da Berlusconi " Ha detto che scende in campo, ma il campo non c'è più. Si è mangiato anche quello". 
Un focus veloce sulla crisi e da dove viene, poi subito le mosse di cui il Paese ha bisogno. Per primo la scuola che deve essere recuperata e rivalutata. "Il ruolo dell'insegnate domani sarà più importante di ieri. Un insegnate che cerca di trattenere i bambini a scuola in un quartiere di Palermo è un eroe civile. La scuola non si può più trattare a colpi di tagli. La centralità e la dignità del ruolo dell'insegnante devono essere ribaditi".

"Un'altra cosa su cui stiamo discutendo sulla legge di stabilità è questo giro fiscale. Non vogliamo che si metta un euro nella tasca sinistra ai ceti medi e dalla tasca destra gli se ne tolgano due".
 Ed ecco di cosa, secondo Bersani, ha bisogno il Paese: "Siamo adesso al che fare, già in queste primarie. Da quale parte prendiamo il tema della crisi profonda, come possiamo riprendere la strada positiva per il nostro Paese. Il primo colpo, secco, che dobbiamo dare sarà al rapporto tra cittadini, politica ed istituzioni. Dobbiamo avere una lenzuolata su la democrazia, la sobrietà e l'onestà. Bisogna avere una legge seria sui partiti, delle leggi anticorruzione, sulla sobrietà e sui costi e leggi sui diritti dei cittadini".  ed ecco che Bersani risponde a Fatima, che intanto se n'è andata agli allenamenti di pallavolo: "Il figlio di un immigrato che lavora qui è un italiano. E' un loro diritto, è importante decidere in che Paese vogliamo essere. Dobbiamo stare in un livello di civilizzazione globale. Basta con i leghismi, basta con il razzismo. L'Italia deve essere un Paese civile, colto".

"Le primarie devono funzionarie perchè saranno un messaggio fortissimo per il Paese. Le primarie pretendono una loro discussione, dentro ad un solco cioè i temi del Paese. La prenderei dalla moralità il civilismo per arrivare al tema dei temi: il lavoro. Oggi sono voluto andare in una fabbrica tessile a Prato perchè approfitto delle primarie affinchè i giornalisti forse inquadreranno le fabbriche dentro. Sono vent'anni che qualcuno è costretto ad andare sui tetti perchè venga ascoltato" e rispondendo al delegato della Beltrame: "Siamo un paese leader nella siderurgia che è in profonda crisi. Ma in Italia non riusciamo nemmeno a discuterne. Abbiamo perso, dal 2007 ad oggi, venti punti di produzione industriale senza nemmeno che se ne parlasse. C'è un problema di politiche industriali. L'Italia deve fare l'Italia, cioè fare quello che ha sempre fatto e spingerlo a livelli di innovazione. Dobbiamo focalizzare tutti gli attori, lavoratori ed imprenditori, sul tema. Dobbiamo sollevare la domanda interna. Tutti vogliono esportare ma alla fine dove vanno, su Marte?"

Ed ecco il tema europeo: "Mettiamoci più insieme ma in cambio mettiamo in giro un pò di lavoro. C'è un dramma che riguarda in profondo l'opinione pubblica europea. La destra negli ultimi dieci anni in Europa ha diffuso l'idea che ognuno possa salvarsi da solo, ma non è così. Siamo tutti su un treno che va verso il meno. Serve una tassa sulle transizioni finanziarie, affinchè la finanza paghi un pò di quel che ha fatto. La finanza deve essere a servizio delle attività economiche e produttive, non a comando, che si arricchisce da sola".

"Lavoro, lavoro, lavoro. E mettere un pò più di uguaglianza senza la quale l'economia non può girare" ribadisce ancora Bersani.

E poi ancora velati attacchi al "rivale". "Anche quando ero ministro ho pensato ai giovani. Il tema non è giovani o vecchi. Il tema è più profondo, è l'idea che abbiamo in testa di democrazia. Non credo all'uomo solo al comando e non metterò mai il mio nome sul simbolo. La fiducia passa per la verià e non per le favole. Abbiamo sperimentato una politica priva di condivisione, di collettività, con una comunicazione eccessiva. Penso che il Pd possa vincere se tiene un registro di semplicità e verità, una verità che parte dalla realtà e non si fa prendere da effetti speciali. Quando dobbiamo discutere di cosa è vecchio e nuovo discutiamone a fondo, altrimenti si rischia di contrabbandare per nuovo quello che abbiamo già vissuto" .

Dobbiamo riprendere parole come "uguaglianza che sta alla base di merito, opportunità, libertà". Ed infine: "Senza radici le foglie nuove non possono nascere" un monito accolto dal ripetuto applauso della piazza.
 

 

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