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Juventus - Inter, quando il "derby d'Italia" ferma un'intera città

I pareri dei tifosi aretini dopo la partita

a cura della Redazione
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Quando il calcio diventa spettacolo e calamita l’attenzione di una città. Anche Arezzo ieri non è sfuggita alla logica del derby d’Italia e ha regalato tra le 20,30 e le 22,30 un colpo d’occhio fatto di strade vuote e tende che filtravano la luce azzurrina delle tv accese. Un quadro che è rimasto immutato almeno fino al fischio di Tagliavento che ha sancito la vittoria  dell’Inter per 3 a 1 sulla Juventus, caduta in casa dopo 583 giorni di imbattibilità o giù di lì. Tante le persone che hanno invitato gli amici a casa e si sono trovare in bar e ristoranti per vedere una partita che, più di altre nell’immaginario collettivo, rappresenta le contraddizione di un intero paese e, nel caso specifico, la rivalità tra due tifoserie ad Arezzo entrambi numerose. L’orgoglio in casa nerazzurra c’è, e lo si percepisce nei sorrisi di chi, finalmente, può dire di aver violato per primo uno stadio ancora imbattuto. “Sono molto contento perché l’Inter è la prima squadra che ha profanato quello che “loro” chiamano il sacrario, dove hanno dipinto quelle tre stelle che, sinceramente, fanno davvero sorridere”. Il commento è di Giovanni, tifoso nerazzurro sorpreso fuori da un bar subito dopo la fine del match. “Era il solito giochino della Juventus – commenta Francesca, tifosa viola sfegatata e, per una sera, interista – detesto la Juve e quando ho visto che il collaboratore di linea Preti non ha segnalato il fuorigioco di Asamoa, ho girato su un film pensando che fosse sempre la stessa storia”. In via Giotto ecco Alessandro. “Sono della Fiorentina ma tutta la mia famiglia è interista, bene così”. Felicissima Marisa “Stramaccioni è bello e bravo”. "Che partita - sorride Elisa - sono esaltata, grande Milito". Accanto alla felicità degli interisti, c’è la rabbia degli juventini, mitigata però dal fatto di essere ancora in testa alla classifica. “Cosa vogliono gli interisti? Primi siamo sempre noi – commenta Claudio, turista pistoiese in visita ad Arezzo per la Fiera Antiquaria. “La Juventus purtroppo ha qualche problema in attacco – puntualizza Luigi – ma siamo forti, compatti e con un buon innesto a gennaio non ce n’è per nessuno”. “Onestamente detesto l’Inter però va detto – ammette Fabrizio, aretino doc – che ci ha fatti, passatemi il termine, un mazzo tanto…”. L’atmosfera in giro è da bar dello sport. Gli stati d’animo  sono diversi, senso di rivalsa dopo tanti bocconi amari da una parte,  di momentanea delusione dall’altra, finalmente però va  in archivio un bel momento di sport e civiltà. Avanti così, il calcio ha bisogno di ripercorrere strade perdute.  

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