Partecipa a Arezzo Oggi

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Pelè e quel sogno che dura da generazioni

Condividi su:

Il calcio è fatto di reti, anche di quelle mancate, di giocatori talentuosi, grandi numeri e poi, non da ultimo, di leggende che non tramonteranno mai. Un nome scolpito in profondità nel cuore di tifosi e appassionati di calcio è certamente quello di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé: un talento e un estro ancora insuperati, per capacità di fare sognare il pubblico più eterogeneo e per numeri e successi portati a casa.

Ancora adesso ci si chiede se qualcuno riuscirà mai a eguagliare o competere con la grandezza di Pelé. Di certo, i tifosi di ogni bandiera sono sempre molto sensibili ai talenti emergenti, come lasciano intendere le variazioni sulle quote rintracciabili sui top bookmakers stranieri quando qualche giocatore comincia a distinguersi: eppure, malgrado i calciatori di spessore attualmente in campo, un altro Pelé non sembra ancora essersi affacciato all’orizzonte.

I numeri di Pelé

Parlando chiaramente, certi giocatori sono capaci di fare sognare i tifosi anche senza portare a casa un grande totale di reti. Pelé non fa eccezione, anche se di goal in carriera ne ha registrati davvero parecchi: FIFA gli riconosce infatti 1281 goal realizzati, tra amichevoli e campionati di varia natura. Inoltre, con le sue 77 reti in 92 gare, il suo nome è scolpito in oro tra i capo cannonieri, grazie anche all’elevata percentuale di successi, pari a 0,84 goal a partita.

Questi elementi contribuisco a creare il mito del numero 10 per antonomasia, unico campione ad aver portato a casa tre mondiali, nel 1958, 1962 e 1970. Non è dunque un caso che la definizione di calciatore del secolo attribuitagli da FIFA sia stata conferita proprio al miglior attaccante che il Brasile e il Santos abbiano mai avuto.

Pelé, dall’infanzia alla grandezza

Anche il padre di Pelé, Dondinho, era un calciatore, molto abile di testa e purtroppo costretto a ritirarsi a causa di un infortunio al ginocchio. È proprio Dondinho, barelliere in ospedale, a far trasferire la famiglia dallo stato di Minas Gerai a Bauru, a San Paolo: i due genitori e i tre figli vivono in condizioni di estrema povertà, in una casa in legno che resiste a stento alle intemperie. Il futuro Pelé è il maggiore dei tre figli e guadagna qualcosa come aiutante in una sala da the e lustrando scarpe: nel tempo libero, coltiva la passione per il calcio giocando a piedi nudi con un pallone di carta e stracci.

Dondinho si rende presto conto del talento del figlio e già a 13 anni lo porta alle selezioni della squadra locale: in quel periodo, a Edson è attribuito il soprannome che gli resterà per tutta la vita, Pelé, nato dalla storpiatura del nome di un portiere che il giovane talento seguiva negli allenamenti. Proprio in queste occasioni, Pelé ha modo di distinguersi davanti all’allenatore delle giovanili del Bauru, Waldemar de Brito: sarà proprio lui a convincere la famiglia a presentare Pelé alle selezioni del Santos.

Ancora prima di compiere 17 anni, Pelé padroneggia perfettamente la ginga, il suo stile di gioco derivato dalla capoeira brasiliana. Grazie al suo talento, segna il gol del 7-1 definitivo il 7 settembre 1956: è il primo dei 1280 gol che FIFA gli riconosce tuttora, non senza dibattiti alle spalle. Nel 1957 è già sotto contratto con il Brasile, con cui porta a casa il mondiale nel 1958.

Da quel momento in poi, le porte si spalancano per il brasiliano, che potrebbe anche giocare in Italia per l’Inter di Moratti: è il Santos a non cedere, neanche per il milione promesso da Agnelli qualche tempo dopo. Vince i mondiali in Cile nel 1962, più da spettatore a causa di un infortunio, per poi rifarsi subito dopo con una lunga serie di vittorie che lo porterà, ad appena 23 anni, ad annoverare tra i propri successi personali 2 mondiali, 2 intercontinentali e 2 libertadores.

L’ultimo goal nei Mondiali Messico 1970

Se il millesimo gol di Pelé è passato alla storia per il suo numero a 4 cifre, non può essere facilmente dimenticato la sua ultima rete durante la finale dei mondiali di calcio Messico 1970. La sua ultima rete durante i mondiali è segnata proprio a danno dell’Italia, nello stadio messicano Azteca: un gol di testa preciso, in cui Pelé ha superato in elevazione Burgnich, lasciando poi il portiere Albertosi con nulla in mano al diciottesimo minuto del primo tempo.

Condividi su:

Seguici su Facebook