"Avremmo voluto sbagliarci quando, discorrendo con Lei sull’inopportunità di continuare a pretendere delle funzionalità che l’evidente insufficienza dei numeri non consente, paventavamo disfunzioni inaccettabili per l’andamento sia pur minimale della Questura di Arezzo. Il guaio è, però, che se possiamo accettare – pur con riluttanza e dispiacere – che a rimetterci sia la funzionalità dei settori che forniscono servizi ai cittadini, di certo non possiamo accettare, per la naturale destinazione istituzionale che ci contraddistingue, che le disfunzioni facciano venire meno i diritti del personale della Polizia di Stato di Arezzo che, come ben sa, anche per averglielo espresso questa O.S. senza alcuna omissione, vive un particolare momento di disagio, dovuto senza dubbio a situazioni contingenti ma, non meno, a scelte organizzative locali che continuiamo a non poter condividere. Nello specifico, se poco possiamo fare per indurla a recedere da decisioni organizzative fatte in attuazione alle priorità che Ella stessa ha individuato – tanto più quando la stessa Amministrazione centrale accetta con vergognosa arrendevolezza che quella che fino a pochi mesi fa era la “prima” Questura d’Italia per tempi di rilascio di permessi di soggiorno fornisca ora lo stesso servizio in tempi di gran lunga superiori a quelli legalmente previsti, dell’ordine superiore ai 4 mesi a fronte dei pochi giorni di poche settimane orsono, analogamente operando per altre autorizzazioni di polizia – viceversa, faremo tutto il possibile per far sì che non accada più quello che abbiamo dovuto tollerare nei giorni scorsi. Ci riferiamo al fatto che in occasione dell’ultima esercitazione di tiro, martedì, non si sapeva chi dovesse provvedere ad aprire l’armeria, il povero “supporto” era supporto di se stesso, impossibilitato ad accedere ad un’armeria senza che qualcuno si facesse responsabile del suo ingresso… nella stessa giornata addirittura non si sapeva nemmeno chi fosse a prestare la dovuta assistenza medica ai tiri. Ci riferiamo al fatto che nella precedente esercitazione di tiro, lunedì, gli istruttori hanno dovuto essere distratti dal loro compito primario per occuparsi della gestione diretta delle cuffie, dell’olio, degli scovolini e Dio solo sa di cos’altro… il tutto mentre si doveva gestire l’emergenza tecnica di un incidente di tiro, in assenza di un “armaiolo” ed in costanza della presenza di un direttore di tiro ignaro delle specifiche procedure, sicuramente non per sua scarsa professionalità, certamente più per scarso impegno della locale Amministrazione nella divulgazione di notizie, procedure, peraltro richieste più volte dallo stesso Direttore (vada a leggersi i verbali delle Commissioni ). Ci riferiamo al fatto che recentemente un collega dell’Ufficio Passaporti comandato (così come è accaduto anche per altri uffici) a svolgere Aggiornamento Professionale (e probabilmente così rimasto agli atti… per evitare di dovergli fare recuperare le giornata), dopo breve tempo dall’inizio delle lezioni è stato restituito al proprio ufficio così da poter consentire a questo di assolvere alle esigenze amministrative nei confronti dei cittadini, stante l’assenza di altri che potessero stare allo “sportello”. Ci riferiamo al fatto che ad un collega dell’Ufficio Immigrazione è stato disposto di effettuare straordinario emergente (che tale non era!) al fine di consentire, nel turno pomeridiano, le attività di “sportello” ove era comandato un solo altro dipendente. Ci riferiamo al fatto che per ben due sabati presso l’Ufficio di Gabinetto è stato comandato di servizio nel turno antimeridiano un solo collega e che questo ha dovuto sopperire (da solo!) ad una moltitudine di attività con il rischio di sbagliare nell’adempimento di qualcuna di esse. Ebbene, tali eventi, che sono un piccolo esempio di quanto è accaduto, pur essendo anche conseguenza diretta di quelle scelte di tagli disposte a livello centrale, sono soprattutto il frutto della distrazione continua e pedissequa di personale dagli uffici, della costrizione messa in atto di lavorare sempre in emergenza, correndo, spesso da soli, abbandonati dalla dirigenza che continua imperterrita a vivere di rendita sulle professionalità residue e sulla buona volontà di pochi colleghi i quali, depauperati colpevolmente di ogni importanza che la gerarchia organizzativa gli attribuiva, massificati con il loro sfruttamento lavorativo posto in essere con la mai abbastanza vituperata proprietà matematica invariantiva, non riescono più a far fronte alle esigenze non certo secondarie degli Uffici di appartenenza. Ebbene, tali colleghi, Signor Questore, sono sempre più stanchi dei comportamenti irrispettosi posti in essere nei loro confronti dall’establishment centrale come da quello locale, spesso incapace di esprimere reali capacità organizzativo-dirigenziali, adagiato sull’andamento quotidiano che sta rapidamente esaurendo la sua spinta inerziale, conducendo verso lo stallo l’aereo sul quale viaggiamo tutti…… anche la dirigenza! Un ulteriore esempio? Mercoledì un pullman con colori di istituto ha avuto accesso nel piazzale della Questura. Nulla di male, tranne che nessuno sapeva nulla e tutti si sono trovati davanti gente in borghese dalle sconosciute qualità personali oltre al fatto che la loro improvvisa partecipazione alla mensa (34 pasti in più dell’ordinario) ha comportato dei disagi e dei ritardi al personale locale. Anche questa è stata una situazione che nessuno aveva di certo valutato preventivamente… ed è potuta accadere per la sopravvenuta impossibilità di gestione degli uffici, per il citato scollamento generale, per la perdita di punti di coordinamento, collegamento, della memoria delle procedure. Signor Questore, Lei sa per esperienza che la gestione del personale è tutto per la funzionalità di una struttura come la nostra e sa ugualmente come questa, che è un arte, mal si concili con decisioni organizzative che facciano ricadere, inevitabilmente, sul personale stesso responsabilità personali per le inefficienze gestionali di fatto impostegli. Signor Questore, qui qualcosa non va e Lei ne ha esatta percezione da dati e segnali che le parlano chiaramente di disaffezione, demotivazione, disimpegno. La invitiamo quindi a portare dei correttivi, incominciando dal ricordare ai Suoi collaboratori che hanno delle responsabilità dalle quali non possono defilarsi. La garanzia di una seconda Volante in sede di programmazione settimanale deve tenere conto anche della funzionalità degli Uffici da dove il personale viene prelevato per garantire tale maggiore controllo del territorio. Nel consentire l’impiego del proprio personale un Dirigente coscienzioso deve anche valutare i riflessi che tale impiego avrà sul proprio Ufficio e sui diritti degli stessi dipendenti. Non è accettabile e mai più dovrà verificarsi che venga negato l’aggiornamento professionale o che i poliziotti vengano chiamati a svolgere straordinario “emergente” per sopperire alle “programmate” carenze dell’ufficio, o ancora che un solo collega debba adempiere ad una mole di lavoro per il cui corretto adempimento necessitano almeno due colleghi! Non è accettabile che anche successivamente alla programmazione settimanale i colleghi degli Uffici vengano distolti dal proprio naturale impiego per far fronte a nuove carenze dell’U.P.G. e S.P. verificatesi durante la settimana (quando a volte una Volante è sufficiente stante la contemporanea presenza di pattuglie di altri settori sul territorio!). Non è accettabile che l’impiego dei poliziotti degli Uffici nel servizio di Volante diventi “sistematico” e non saltuario (per coprire situazioni emergenziali ed improrogabili) come previsto dall’Accordo Nazionale Quadro. Non è accettabile che i colleghi del ruolo Agenti ed Assistenti debbano anche provvedere a coprire, nei servizi di Volante, le assenze di personale dei ruoli superiori (se manca un Sovrintendente dovrà sostituirlo un Sovrintendente, se manca un Ispettore deve essere chiamato a sostituirlo un Ispettore!!). Si tratta peraltro di correttivi che Lei stesso ci ha assicurato di aver valutato positivamente e di averne disposto l’attuazione ai Suoi diretti collaboratori… che evidentemente non La stanno ascoltando.
