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Operai agricoli, rinnovato il contratto

Maggiore tutela per la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro

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Martedì 4 dicembre 2012, Fai-Cisl Flai-Cgil e Uila-Uil di Arezzo hanno sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro degli operai agricoli scaduto il 31 dicembre scorso.
Il contratto provinciale, firmato dalle associazioni agricole datoriali aretine (Cia, Coldiretti e Confagricoltura), regolamenta e disciplina, fino al 31 dicembre 2015, le condizioni di lavoro e retributive per oltre 2.000 operai agricoli della provincia di Arezzo: in questo settore quasi l’80% della manodopera è attualmente impiegata con un contratto di lavoro a tempo determinato.
Il verbale garantisce la salvaguardia del potere di acquisto dei lavoratori prevedendo un aumento, nel biennio 2012-13, del 5,5% e attribuendo ad ogni lavoratore l’erogazione di “una tantum” di € 100,00 per il periodo di carenza retributiva gennaio-ottobre 2012.
Inoltre, le organizzazioni sindacali sottolineano come, con il nuovo accordo, si interviene nel senso di una maggiore tutela negli aspetti riguardanti la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro; si interviene con una disciplina più favorevole in materie di pause durante la prestazione lavorativa; si interviene, altresì, con una nuova più puntuale e rigorosa regolamentazione per quanto concerne gli appalti di alcune fasi di produzione.
C’è una maggiore sensibilità agli aspetti e alle esigenze più propriamente legate alla famiglia: l’allungamento del congedo matrimoniale e l’introduzione di un giorno di permesso retribuito per il padre in caso di nascita di un figlio, infatti, vanno nel senso di una maggiore attenzione ai bisogni della famiglia.
In conclusione, Fai-Cisl Flai-Cgil e Uila-Uil di Arezzo ritengono, dopo una lunga trattativa durata oltre un anno, di aver valorizzato, attraverso un importante riconoscimento economico e attraverso una regolamentazione sempre più vicina alle esigenze della singola persona, il lavoro in un settore, quello agricolo, che sta rappresentando, oggi, un fattore di tenuta dell’economia aretina e nazionale.

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