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Il sindaco di Castiglion Fiorentino dichiarato ineleggibile dalla Corte d'Appello

E' arrivata la sentenza per Luigi Bittoni

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La Corte di Appello di Firenze ha giudicato ineleggibile il sindaco di Castiglion Fiorentino, Luigi Bittoni. La notizia è di pochi minuti fa. La corte fiorentina ha quindi ribaltato la sentenza del tribunale di Arezzo. Pdl e Lega, con la lista di Raul Menci e quella "Cittadini uniti per il bene del comune" hanno da sempre sostenuto l'incompatibilità del ruolo da sindaco di Bittoni con quello avuto fino alla presentazione delle candidature amministrative, di presidente dell’Ente Serristori. Ad agosto il Tribunale di Arezzo aveva dato ragione a Bittoni affermando che il sindaco non avrebbe derogato alle regole della legge, ma ammettendo che “il compimento di attività gestionale dell’Ente Serristori da parte di Bittoni può avere ingenerato nei Cittadini elettori del Comune di Castiglion Fiorentino, ed ancora più nei degenti della Casa di Riposo Serristori e dei loro familiari”. Così Pdl, Lega e le liste avevano scelto la via dell'appello. Il Tribunale di Arezzo si era espresso a favore di Bittoni, pronunciamento ribaltato in Appello. Il comune di Castiglion Fiorentino versa peraltro in gravi difficoltà economiche con un disavanzo reso noto proprio in queste ore di 5,5 milioni di euro.

 

LA REAZIONE DI "PIU' TOSCANA"

"La Corte d'Appello di Firenze [...] accertata l'ineleggibilità di Bittoni Luigi, lo dichiara decaduto dalla carica di Sindaco del Comune di Castiglion Fiorentino e lo condanna al pagamento delle spese processuali dei due gradi giudizio". È un breve, ma significativo stralcio della sentenza della Corte d'Appello di Firenze che oggi ha dichiarato ineleggibile e ha fatto decadere dall'incarico il sindaco castiglionese Luigi Bittoni.

«Per noi di Più Toscana - spiega l'esponente locale Luca Conti, uno degli otto firmatari del ricorso - è una grande soddisfazione. Questa sentenza ripristina quella legalità che anche il Consiglio comunale aveva cercato di reprimere. La Corte d'Appello ha riconosciuto che l'essere ancora presidente della Casa di Riposo Serristori, ente annoverabile tra le aziende pubbliche di servizi alla persona, costituiva motivo di incandidabilità». Da qui la sentenza che per Conti rappresenta «una formidabile battaglia vinta».

Conti non risparmia alcune bordate al suo ex partito, la Lega Nord. «Quando presentammo il ricorso - spiega -, alcuni di noi erano esponenti della Lega, ma a livello regionale questo partito non ha mai condiviso questa battaglia, forse per non dare troppo fastidio alla sinistra. In Più Toscana, invece, abbiamo avuto la massima condivisione dell'iniziativa».

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