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Oggi è la giornata mondiale dell'insegnante, nell'aretino seguono 40mila alunni. Da uno a diciotto anni

Tagli ed integrazione sono le nuove sfide che impegnano gli educatori. Ricorrenza instituita dall'Unesco nel 1994

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"Un insegnante ha effetto sull'eternità; non può mai dire dove termina la sua influenza".
Con queste parole Henry Adams, intellettuale americano di inizio Novecento, affermava l'importanza dell'insegnante nella vita degli studenti.
Oggi, 5 ottobre, la Giornata Mondiale dell'Insegnante richiama alla nostra mente il compito fondamentale degli educatori nella società. Mai come in questo periodo di tagli all'istruzione, della protesta del precariato che esplode ancor più violentemente che in passato, di tentate riforme auspicate da alcuni e temute da altri, la figura dell'insegnante è alla ribalta nel dibattito pubblico italiano. Solo nella provincia di Arezzo, gli insegnanti si occupano dell'educazione scolastica di oltre 40 mila ragazzi durante intero ciclo educativo che va dai nidi e le scuole per l'infanzia agli istituti superiori.
Le condizioni di lavoro all'interno delle scuole sono sempre più difficili: le risorse scarseggiano (dal materiale didattico alle forniture di uso generico nei locali) e mantenere un servizio di qualità è ogni giorno più complicato.
Anche le sfide educative sono cambiate drasticamente con il mutamento sociale che si è verificato negli ultimi anni. Sul piano delle competenze, gli insegnanti si adoperano per preparare i ragazzi alla vita quotidiana, offrendo loro conoscenze al passo con i tempi e spendibili in un contesto lavorativo e sociale ormai globale. Sembra facile ma non lo è, soprattutto con un monte ore sempre più striminzito e con programmi e strumenti che a volte risultano obsoleti.
Se è vero però che la conoscenza non è solo un insieme di nozioni, la sfida più grande dei nostri insegnanti oggi è educare all'integrazione, fornire ai ragazzi gli strumenti per diventare parte attiva nella costruzione di una società pacificata e basata sulla giustizia sociale.
Questo è uno dei compiti più importanti che sancisce il ruolo degli educatori come costruttori di un futuro migliore. É per questo che l'UNESCO, ormai dal 1994, invita i governi e la società civile a riflettere in questo giorno e manifestare il nostro supporto al prezioso lavoro di questi membri delle nostre comunità.

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